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Pignoramento sede romana della Regione, botta e risposta tra Iorio e Leva

L’ex governatore Michele Iorio

CAMPOBASSO. Sulla questione del pignoramento della sede della Regione Molise a Roma, rivelata ieri dal presidente Paolo Frattura, è intervenuto il suo predecessore, Michele Iorio. “Ascolto con qualche meraviglia – ha affermato l’ex governatore –  le filippiche del presidente Frattura completamente indirizzate alla denigrazione di tutto quanto fatto in passato. Se l’attuale Governo regionale continuerà a spendersi in chiacchiere a annunci alquanto improbabili, fra non molto il pignoramento da parte dei creditori riguarderà ben altre strutture rispetto a quelle a cui fa riferimento Frattura. E’ bene quindi fare alcune precisazioni: l’inerzia sui provvedimenti di bilancio e il mancato pagamento di quanto dovuto per questioni che risalgono a circa 30 anni fa e relative al caso “Capussi”, hanno determinato il pignoramento di una delle sedi della Regione a Roma. Occorreva pagare o trattare le modalità di estinzione del debito per impedire questa procedura”.

L’onorevole Danilo Leva

Sulle parole di Iorio è arrivata la replica dell’onorevole Danilo Leva:  “Dovrebbe avere quanto meno la decenza di tacere. Il baratro in cui ci ha condotto l’ex presidente della Regione – ha affermato il deputato del PD  – è davanti agli occhi di tutti. Arrivare al pignoramento delle sedi per i debiti non onorati la dice lunga sullo stato delle finanze pubbliche che ha ereditato il Governo Frattura. Servono subito – ha aggiunto il segretario regionale del Partito Democratico del Molise – azioni di riforma e contenimento dei costi, in linea con quanto dichiarato dal Presidente Frattura, che metta ordine nella giungla degli affitti e che elimini gli sprechi di una macchina burocratica che, per troppi anni, è stata la più costosa d’Italia, nonostante si tratti della Regione più piccola a statuto ordinario”.  Iorio, tuttavia, ha tacciato il governo Frattura di ‘immobilità’ anche rispetto ad altre due questioni: la ricostruzione post-terremoto e la crisi Gam. “Le polemiche ingenerate sull’asserito blocco dei fondi della ricostruzione -a mio giudizio colpevolmente trattenuti dalla Regione e non  trasmessi all’Agenzia di Protezione Civile- vanno spiegate in una voglia di distruggere tutto  per ricostruire non si sa che cosa.  Una voglia ampiamente dimostrata e non nascosta dall’astio che il Consigliere Ciocca nutre nei confronti del Direttore dell’Agenzia Giarrusso. Un astio che ha provocato conseguenze che non possono, per logica, essere fatte risalire a una nostra inadempienza rispetto al Patto di Stabilità. Il Cipe e il Ministero della Coesione Territoriale da tempo si sono  impegnati a studiare una norma che preveda l’esclusione dal Patto di Stabilità dei fondi del terremoto (questo risulta da atti). Fa dunque bene l’onorevole De Camillis ad inserire tale passaggio in qualche provvedimento normativo in via di approvazione. Si riporterebbe così la situazione del Molise a quella dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna. Questo però non impedisce affatto che la ricostruzione prosegua. Anche perché, Patto o non Patto, non credo che Frattura voglia bloccare la ricostruzione post terremoto in Molise. Sulle crisi industriali non è ancora chiara la posizione delle Giunta regionale sulla Solagrital, mentre e chiaro quello che  avevamo deciso noi: assicurare comunque la continuità produttiva; non danneggiare la filiera avicola per non produrre danni sociali ed economici molto più gravi; ricercare contemporaneamente un privato disposto a costituire anche attraverso la costituzione di una “NewCo” un precorso intermedio per arrivare alla piena privatizzazione. Ciò è quanto volevamo fare noi. Poi è arrivato il nuovo governo regionale che ha detto che è tutto sbagliato; ha di fatto mortificato la già debole filiera avicola; si è sforzato soprattutto di distruggere quanto fatto più che costruire il futuro; non ha aperto alcun dialogo anche con i partiti dell’opposizione e ha asserito con sicurezza di avere la soluzione pronta. Ci piacerebbe innanzitutto conoscere i termini di questa soluzione ed avere prontezza di chi è il privato che costituirà la “newCo”;  quanto costerà l’operazione alla Regione (a mio avviso molto più di quanto si era preventivato) e, soprattutto quanto ripartirà a pieno regine l’attività della filiera. A me sembra che l’offerta fatta all’indomani delle elezioni da tutto il centrodestra di voler contribuire a lavorare insieme, sia stata di fatto rifiutata dal Frattura e dal centrosinistra che hanno evidentemente preferito rincorrere improbabili e spasmodici accertamenti sugli errori commessi in passato. Se dovesse continuare così la Regione sarebbe posta presso in gravi difficoltà economiche e la responsabilità di questo non può che ricadere sull’inattività di chi oggi governa”.

mikeante

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