L'aereo incastrato nella vegetazione
L’aereo incastrato nella vegetazione

ISERNIA. Il suo destino sarà noto entro fine mese. Quando il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Isernia avrà deciso se rinviarlo a giudizio o proscioglierlo dall’accusa di omicidio colposo. E’ stato chiesto ieri dalla proocura di Isernia il rinvio a giudizio per un giovane pilota di 25 anni, originario del Napoletano, unico indagato per la morte di Marco Casale, 42enne di Casalnuovo. Quest’ultimo perse la vita il 28 agosto 2011 nei boschi di Valle Fiorita, a Pizzone, a seguito di un incidente aereo. Il pilota dell’ultraleggero, un Cessna 152 biposto, avrebbe sbagliato la traiettoria e il calcolo, visto che il velivolo avrebbe dovuto trovarsi da tutt’altra parte. Partito da Pontecagnano per un giro turistico verso mezzogiorno, l’aereo avrebbe dovuto virare prima di sorvolare l’area delle Mainarde, dove improvvisamente, intorno alle 14, si verificarono dei problemi che lo costrinsero a  un atterraggio di emergenza.

Un momento dei soccorsi a Casale
Un momento dei soccorsi a Casale

Ma questa manovra il pilota non la fece: forse perché aveva sbagliato a calcolare la rotta. Il Cessna, così, precipitò rimanendo incastrato in mezzo ad alcuni alberi. Se il 25enne abbandonò l’aereo con un certa facilità, riuscendo a scendere a terra senza riportare ferite, sorte ben diversa ebbe invece Casale. Il quale, dopo essere uscito dal Cessna, scivolò cadendo rovinosamente da un albero e batté la testa su alcuni massi, rimanendo ucciso nell’impatto. L’avventatezza dell’indagato, insomma, munito di cellulare e dunque nelle condizioni di chiamare i soccorsi, gli sarebbe stata fatale. Secondo l’accusa, meglio avrebbe fatto a restare immobile sul velivolo con Casale, in attesa di aiuti. Insomma, il 25enne avrebbe peccato di imprudenza, imperizia e negligenza. A fine giugno la decisione del gup.