
CAMPOBASSO. “Rosato è un abusivo e la sua presenza è illegittima”, tuonava il governatore-commissario alla sanità Frattura solo una settimana fa. E ancora: “Il dottor Rosato non può utilizzare risorse e personale della pubblica amministrazione, non può accedere a atti e documenti interni. Non può percepire compensi, se non facendo correre a tutti noi il rischio di un serio problema di responsabilità amministrativa e contabile”. Una presa di posizione durissima che non lasciava spazio a interpretazioni: Frattura non avrebbe firmato gli atti predisposti dal dottor Rosato, subcommissario alla Sanità inviato dalla Capitale. Almeno così sembrava fino a qualche giorno fa. Il governatore immaginava di fare la voce grossa a Roma, di sbattere i pugni sul tavolo tecnico dei ministeri della Salute e dell’Economia.

Ieri il confronto, poi la svolta. Clamorosa. Altro che “presenza illegittima” e abusivismo. Nicola Rosato è stato riconfermato subcommissario alla sanità molisana. Una doccia fredda, freddissima per il governatore Frattura che, dai toni stentorei e durissimi della settimana scorsa, è tornato a parlare di incontro “affrontato con spirito costruttivo e sereno” per “garantire un’offerta sanitaria di qualità ai nostri cittadini”. E ancora: “E’ un traguardo possibile per il quale l’intera struttura commissariale sta già lavorando in una sola direzione condivisa”. Già, utilizza proprio l’espressione “intera struttura commissariale”. Insomma, Roma ha lasciato il segno e Frattura ha cambiato idea: Rosato non è più abusivo. Cosa avesse spinto il governatore, una settimana fa, a impugnare la penna e a demolire il subcommissario è facile intuirlo: la firma dei piani operativi, che di fatto mortificano la sanità pubblica molisana passando per la riduzione dei posti letto e la chiusura (riconversione, per usare un termine caro ai ragionieri contabili del ministero) degli ospedali di Larino, Agnone e Venafro.

Frattura pensava di farla franca quando entusiasta, il 14 aprile, annunciava di esser riuscito a sbloccare 118 milioni di euro per la sanità molisana. Pochi sapevano, però, che la condizione imposta da Roma per lo sblocco delle risorse fosse l’attuazione, da parte del governatore, di tagli lacrime e sangue: in poche parole chiudere gli ospedali. Condizione alla quale l’ex governatore Michele Iorio si era sempre opposto, suscitando le ire del tavolo tecnico ministeriale. Puntuali, così, sono arrivati sulla scrivania di Frattura i decreti attuativi per la chiusura delle strutture periferiche. Il governatore è sbiancato e si è opposto. Da lì, lo scontro epistolare esplosivo tra presidente e subcommissario. Immaginiamo quanto la presa di posizione di Frattura abbia turbato i tecnici ministeriali. Così tanto che il subcommissario, che abusivo non è, resta al suo posto. Certo, decretare la chiusura degli ospedali è cosa troppo seria e impopolare. Lo sa bene anche Rosato, che sembra quasi divertirsi quando ricorda a Frattura che “la firma che conta è quella del commissario-presidente, non la mia”. Cosa sia accaduto ieri a Roma nessuno lo sa, come si centrerà “il pareggio di bilancio entro il 31 dicembre 2015” non si evince dal comunicato stampa del governatore, che non parla di numeri, ma di ecumeniche “unità di intenti e condivisione degli impegni”. Una cosa sola è certa. In tre mesi, Frattura ha cambiato idea due volte. Roma caput mundi. E della sanità molisana.
picchiorosso