
MONTAQUILA. Forse potrebbe essere stato uno scambio di persona. Ma per ora, sull’aggressione subita in chiesa dal diacono di Roccaravindola, frazione di Montaquila, i carabinieri della Compagnia di Venafro non trascurano nessuna pista. L’uomo, 54 anni, è stato vittima di un agguato ad opera di due persone nel pomeriggio di venerdì, poco prima della celebrazione di un funerale. Armati di bastone, i due picchiatori – secondo indiscrezioni – avrebbero pronunciato un nome diverso da quello del diacono. Fatto è che, entrambi a volto scoperto, non si sono certo tirati indietro per la presenza di gente in chiesa, in arrivo per il funerale. Nessuno, per ora, pare averli riconosciuti. Anche perché gli autori della ‘spedizione punitiva’ sono stati rapidissimi a defilarsi: abbandonato il randello in terra, hanno raggiunto un terzo complice che li attendeva fuori dell’edificio di culto, a bordo di un auto, a quanto pare una Fiat Uno o una Punto vecchio modello. Il diacono, ricoverato presso l’ospedale ‘SS. Rosario’ di Venafro, se l’è cavata con 7 giorni di prognosi. Ma in paese l’indignazione per il vile gesto è fortissima. I militari dell’Arma sono al lavoro per identificare il trio: da non escludere che sul bastone utilizzato per l’agguato, sequestrato dagli investigatori, si rinvengano impronte digitali. I primi indizi, per ora, sembrano condurre nel Casertano: la parrocchia, infatti, riceve spesso la visita di fedeli provenienti dalle province limitrofe. Difficile dire se il destinatario dell’aggressione fosse davvero il diacono o se si sia trattato di uno scambio di persona. Ma il mistero più grande riguarderebbe il movente. Sul quale qualcuno, in paese, si spinge a parlare – come già accaduto in passato – finanche di esorcismi.