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Gam, per Frattura l’accordo c’è. Ma non si vede. Ecco cosa prevede il progetto delle cooperative

CAMPOBASSO. “Verbale di intesa“, addirittura un ”accordo rilevante per il futuro della nostra filiera – commenta Frattura, al termine dell’incontro sulla vertenza Gam presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico -. Con questa intesa definiamo, ed è un fatto importantissimo, la condivisione di una strategia che assicura ai lavoratori i dovuti ammortizzatori sociali, ma soprattutto garantisce la continuità dell’attività del settore”. Sembra esserne davvero soddisfatto il presidente della Giunta.  A leggere il verbale ufficiale della seduta, in anteprima pubblicato dalla nostra testata, dell’accordo non c’è traccia. “Verbale di incontro”, semplice verbale di incontro, questa la dicitura che campeggia sul breve documento prodotto dal Ministero. E, ancora, “ipotesi“. “Si stanno valutando nuovi percorsi (ovviamente da verificare e definire nell’immediato futuro).” Si parla anche della costituzione di una nuova società. Ovviamente, ipotesi anche questa. Poi la conclusione, “Le parti hanno concordato di ricontrarsi presso il Ministero dello Sviluppo Economico al fine di verificare lo stato di attuazione del percorso ipotizzato”. Insomma, dallo Sviluppo Economico solo rassicurazioni e l’ok all’eventuale passaggio dei lavoratori dall’attuale Gam all’ex Solagrital, in assenza di un piano di salvataggio. Ipotesi, questa, che garantirebbe ai lavoratori quantomeno 12, massimo 18, mesi di cassa integrazione e successivi 3 anni di mobilità. In sostanza, ammortizzatori sociali in caso di fallimento. Nulla di più, sebbene i rappresentanti del Ministero, pare, abbiano garantito massimo sostegno alle decisioni della Regione.  “Accordo” che non deve essere particolarmente piaciuto ai sindacati che, infatti, non l’hanno firmato.
Interno dell'azienda avicola di Bojano Interno dell’azienda avicola di Bojano

Intanto, il dibattito sul futuro dell’azienda di  Monteverde di Bojano inizia a condensarsi attorno alla proposta di Confcooperative Molise che opterebbe per la “socializzazione d’impresa”. In poche parole,  creare un sistema di cooperative autogestite dai lavoratori e dai soggetti della filiera avicola che, di fatto, parteciperebbero in maniera diretta al capitale e diventerebbero imprenditori di sé stessi. Se giorni fa, queste, erano solo anticipazioni e indiscrezioni, oggi della proposta di Confcooperative ne abbiamo la certezza. Nero su bianco. Nel documento si afferma che, “in pratica, si vuole trasformare il ruolo di dipendente in quello di socio lavoratore, adottando il principio basilare della responsabilità e mutualità”. Questo l’obiettivo, dunque. “La vera sfida partecipativa è nell’affermare che le imprese che fanno partecipazione hanno più possibilità di successo sui mercati e maggiori risultati e i soci lavoratori migliori condizioni e soddisfazione nella società cooperativa. D’altronde – si legge ancora nella proposta – il lavoratore ha già il proprio rischio di impresa con la quota di salario variabile della sua retribuzione: se aggiunge a questa una parte dei propri risparmi il suo rischio personale nell’impresa cooperativa aumenta, e a buon diritto può e deve pretendere di controllare che il management e l’imprenditore non commettano errori”. Questo, in teoria. Nella pratica, si prevede di realizzare una nuova macro-struttura organizzata in quattro cooperative fondamentali: allevatori, trasformazione prodotti agricoli, servizi trasporti e logistica, commercializzazione. Strutture, si badi bene, che “potranno essere costituite con il capitale apportato dai lavoratori”. Gli stessi “potranno godere dei benefici di legge previsti per le singole categorie di appartenenza”. Il controllo delle fasi di realizzazione del piano industriale sarà assicurato da una sovrastruttura, una sorta di consorzio, per intenderci, “in cui alcune risorse opportunamente qualificate monitoreranno attentamente i processi e coordineranno i piani di sviluppo ed investimento”. Questo, in sostanza, il piano di rilancio dell’azienda avicola che sembra piacere anche al governatore Frattura. Intanto, sembra essere sempre più lontana l’ipotesi (perché sempre di ipotesi si è discusso) che un socio privato possa rilevare la  Gam. Non a caso, nel verbale ufficiale si legge che “pur lasciando aperte le trattative per la ricerca di un partner privato, si stanno valutando nuovi percorsi e, in particolare, su un’iniziativa di Confcooperative è stata avanzata un’ipotesi di percorso che prevede il salvataggio ed il rilancio dell’intera filiera nelle logiche innovative del sistema cooperativistico”. Ma l’accordo c’è. Soltanto che non si vede.

picchiorosso

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