CAMPOBASSO. Il tempo passa, i mal di pancia crescono. La situazione si complica e i nodi iniziano a venire tutti al pettine. Paolo Frattura deve placare gli animi della sua maggioranza, in fibrillazione, alla vigilia del vertice di questa sera. Sperava di ricomporre i cocci già venerdì scorso, il governatore, quando convocò i partiti di centrosinistra in Giunta regionale per ricucire lo strappo con Rialzati Molise, il progetto politico vicino ad Aldo Patriciello. Ma quella riunione, breve, risultò essere piuttosto improduttiva. Se ne riparlerà stasera, allora, dinanzi a tutti i partiti e agli eletti della maggioranza di centrosinistra. Se prima da risolvere c’era solo il ‘nodo Vincenzo Cotugno’, oggi il quadro politico si è fatto più complesso. E i continui rinvii non hanno fatto altro che ingarbugliare i piani di Frattura. Anche i partiti della cosiddetta sinistra estrema (Comunisti e Sel) hanno iniziato a fare la voce grossa: rivendicano maggiore considerazione e ampia condivisione delle decisioni del governo regionale. Non è un mistero, infatti, che l’attuale composizione della Giunta regionale, “di estrazione moderata”, non sia mai stata gradita dalla sinistra, con il Pd eccessivamente rappresentato e l’Idv che è riuscito a imporsi addirittura con un assessorato esterno. Se Frattura dovesse nominare Vincenzo Cotugno assessore, allora verrebbe facile pensare che Comunisti e Sel possano chiedere un posto in giunta, anche loro.
Bandiere rosse
C’è poi il nodo delle deleghe ai consiglieri regionali: Salvatore Ciocca, Nico Ioffredi, Carmelo Parpiglia e Francesco Totaro aspettano ancora di vedersi ufficializzati ruoli e competenze. Frattura, però, prima vorrebbe mettere un punto alla questione più urgente e uscirne, preferibilmente e definitivamente, fuori: nominare Vincenzo Cotugno assessore regionale e dare rappresentanza politica in giunta a Rialzati Molise. Dunque, questa la tabella di marcia che il governatore avrebbe disegnato: superare lo scoglio dell’abrogazione della legge 21, la cosiddetta norma taglia assessori approvata dal governo Iorio e che mette un limite al numero dei componenti della giunta regionale (massimo quattro), incassare l’ok dei democratici ‘dissidenti’, da sempre contrari all’ipotesi allargamento della giunta, portare la proposta di legge in Consiglio regionale e rimettere mano alla composizione della squadra di governo. Sembrerebbe facile se Frattura non dovesse fare i conti con le tensioni e i mal di pancia del Partito Democratico che, forte delle sue due poltrone su quattro in giunta, guarda con preoccupazione alle intenzioni del governatore: l’azzeramento o il rimpasto di giunta. Non è un caso, infatti, che Francesco Totaro, capogruppo Pd in Consiglio regionale, abbia fatto chiaramente intendere che la questione potrebbe tornare nuovamente in commissione. Tradotto, prendere ancora tempo.
Francesco Totaro
Occhi puntati, poi, sul ruolo di Roberto Ruta. Il senatore, infatti, avrebbe un peso specifico, sempre più crescente, non indifferente all’interno della maggioranza di centrosinistra. La paternità dell’elezione di Vincenzo Niro a presidente del Consiglio regionale, a scapito di Vincenzo Cotugno, in molti la attribuirebbero proprio a Ruta. Insomma, acque agitate nel Pd, e non solo, che dice no all’allargamento della giunta regionale. Figuriamoci al rimpasto che, di fatto, comporterebbe il sacrificio di uno dei quattro assessori in carica. Dal canto suo, Cotugno ha abbandonato i toni ecumenici di qualche giorno fa e categorico avverte: “Si riparta da zero, altrimenti ognuno andrà per la sua strada”. Ciò significa che Rialzati Molise, di cui l’ingegnere di Venafro è unico rappresentante in Consiglio regionale, potrebbe togliere l’appoggio al centrosinistra e collocarsi all’opposizione. A rendere il tutto ancor più esplosivo è stato il singolare e recente scontro, targato San Martino in Pensilis, tra l’assessore regionale Vittorino Facciolla e il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Francesco Totaro.
L’assessore regionale, Vittorino Facciolla
Tra i due, si sa, non scorre più buon sangue. I loro rapporti si sono così logorati, nel tempo, che la ‘guerra’, dai voti, si è spostata persino su Facebook. Il dibattito è cominciato sulla bacheca di ‘San Martino libera’. I lettori commentano i nomi della segreteria di Facciolla. Una signora si chiede a che serva far studiare i propri figli se poi quel lavoro viene affidato sempre ad altri. E un’ altra commentatrice rileva la resa pericolosa che si annida in quel concetto: “Il lavoro nei gruppi regionali è adatto ai ragazzi, per poco tempo, non a chi ha 10 lauree. Ma se gli over 40 che hanno ‘studiato molto’ aspirano a questo e danno addosso ai ragazzi che lo fanno, c’è qualcosa che non funziona. Sono sinceramente contenta che cinque giovani abbiano un piccolo lavoro. Alla mia età, provare tenerezza per chi è più giovane e cerca soltanto di sopravvivere dovrebbe essere normale. Siate buoni, se potete. E colpite chi può difendersi meglio, sempre se potete.” Poi arriva il post duro, durissimo dell’Assessore Facciolla: “Gli scienziati di san Martino libera, facendo riferimento alla mia segreteria politica, commentano ‘la fuga dei cervelli’. Il loro post è stato apprezzato da Doriana Totaro … che di posti in regione senza alcun contratto se ne intende benissimo, essendo lei e l’intera sua famiglia beneficiaria di tale ‘opportunità”. Cannonate, vere e proprie cannonate che non serviranno, di certo, a distendere i toni, a poche ore dal già bollente vertice di maggioranza in programma per il tardo pomeriggio di oggi. E qualcuno, intanto, ci scherza su: “vietato lasciare gli elmetti a casa”.
picchiorosso