Non si conosce ancora la soluzione del governo regionale per evitare il collasso del settore avicolo. Tra ipotesi e titubanze, a settembre termina la cassa integrazione destinata agli operai. Intanto, dopo cinque mesi, il centrosinistra riscopre la ricetta Iorio: ricostituire il capitale dell’azienda per dare ossigeno ai lavoratori. Con i fondi deliberati dal centrodestra nel 2012. Ma servono altri 17 milioni
CAMPOBASSO. Sul tavolo solo ipotesi, altro che accordo. Di soluzioni non se ne sente neanche l’odore. “Un percorso ipotizzato”, tutto da verificare. E’ scritto chiaramente nel verbale di incontro stilato dal ministero dello Sviluppo Economico, cui parteciparono – nelle settimane scorse – Regione Molise, delegazione di parlamentari, sindacati e lavoratori. Il destino dell’azienda avicola di Bojano è appeso al filo delle ipotesi, delle rassicurazioni e degli ammortizzatori sociali, in caso di fallimento, sia chiaro. Del socio privato che dovrebbe guidare la costituzione della nuova società non se ne conoscono le generalità: nessun nome, nessun cognome. Solo indiscrezioni e pettegolezzi sull’eventuale trattativa in corso con la Granarolo, l’azienda bolognese del ‘latte della Lola’ pronta a ‘scaricare’ in basso Molise 12 mila vacche da allevare. E resta un’ipotesi la proposta avanzata da Confcooperative, che sembra piacere al governatore Frattura ma preoccupare sindacati e lavoratori, di realizzare la socializzazione d’impresa. In poche parole, dar vita a una nuova macro-struttura organizzata a sua volta in 4 cooperative fondamentali: allevatori, trasformazione prodotti agricoli, servizi trasporti e commercializzazione. Strutture, si badi bene, che “potranno essere costituite con il capitale apportato dai lavoratori, si legge testualmente nella proposta-. Soluzione che, per forza di cose, non entusiasma gli operai che difficilmente immaginano di poter sborsare di tasca propria quel capitale necessario – in futuro – se a mancare – nel presente – ci sono ancora mesi di stipendi arretrati.