Costi della politica, la Regione Molise non si adegua. Consiglio regionale a rischio scioglimento

Il decreto Monti n° 174 del 2012 stabiliva di tagliare le indennità di presidente, assessori e consiglieri regionali entro il termine perentorio del 2 luglio 2013. L’unica regione d’Italia a statuto ordinario a non aver recepito il provvedimento è il Molise. In arrivo pesantissime sanzioni per grave violazione di legge

CAMPOBASSO. Taglio dei trasferimenti statali, ben l’80% in meno, scioglimento anticipato del Consiglio regionale e una figuraccia, una brutta figuraccia. Il Molise è l’unica regione d’Italia a non aver adeguato il proprio ordinamento alla normativa nazionale, nello specifico al decreto 174 del 2012, fortemente voluto dal governo Monti per ridurre i costi della casta e abbattere le spese della politica. Così, se i Consigli regionali del Lazio e della Lombardia – rinnovati nello scorso febbraio – hanno convocato sedute notturne ad hoc per ridurre le indennità ai propri rappresentanti eletti, il Consiglio regionale del Molise sembra dormire sonni tranquilli. Insomma, al 5 luglio 2013, la nostra regione ha l’onore di passare alla cronaca nazionale per avere presidente, assessori e consiglieri regionali più ricchi d’Italia. Un’onta pesante, pesantissima sul piano legislativo e su quello morale, uno schiaffo sonoro a quanti sono alle prese con la perdita del posto di lavoro e a quanti stanno lottando per conservarlo. Il decreto ‘parla’ chiaro: adeguamento o sanzioni pesanti. Addirittura, lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale – per gravissima violazione di legge, come stabilito dall’articolo 126 della Costituzione – da parte del Presidente della Repubblica. C’è chi, però, cerca di appigliarsi ai cosiddetti cavilli interpretativi: a Palazzo Moffa sostengono di avere tempo fino a ottobre “perché bisogna modificare prima lo Statuto” e il decreto prevede una deroga di ulteriori 90 giorni prima che le sanzioni abbiano efficacia. Deroga o meno, che bisogno c’era di diventare inadempienti? Come giustificherà la maggioranza di centrosinistra questo atteggiamento di vera e propria strafottenza politica? Sembra ricordare ancora la promessa: “ridurremo i costi della politica”. Promessa che oggi ha il sapore di una barzelletta. Mentre l’Italia ci ride dietro.

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