Quattro mesi di stallo politico: maggioranza incartata sul quinto assessore e sulle deleghe da affidare ai consiglieri regionali. Asse Roberto Ruta-Vincenzo Niro sempre più forte. Sanità: quali ospedali chiuderanno? Roma beffa Frattura e conferma il commissario Rosato. Gam: accordo inesistente. Ruta vuole liquidare l’azienda, Frattura ricapitalizza come il centrodestra. Trasporti nel caos. Autostrada del Molise: l’Idv vuole farla, il centrosinistra no. Intanto, su Facebook lo sfogo di molti cittadini: “Frattura è irraggiungibile”.
CAMPOBASSO. Centoventi giorni, quattro mesi di nuovo governo regionale – targato centrosinistra, molto centro e poco sinistra- ma nessuno sembra essersene accorto. Sul piano politico, equilibri subito esplosi. Paolo Frattura, alla sua prima esperienza di governo, non è il leader della maggioranza. La formazione della giunta regionale, l’elezione del presidente del Consiglio, il tira e molla con Rialzati Molise e le continue fibrillazioni interne ne sono la testimonianza. C’è Roberto Ruta a dettare il passo al centrosinistra, riuscito a imporre la propria linea e a inanellare veri e propri successi, isolando Patriciello e cognati, offuscando la leadership di Frattura, conquistando il cuore di Vincenzo Niro. Il primo capolavoro lo ha scritto con la composizione della squadra di governo: due assessori al Partito Democratico o appoggio esterno. E così è stato, una giunta regionale in cui è il Pd a fare da padrone: Massimiliano Scarabeo – vicinissimo a Roberto Ruta – e Michele Petraroia, addirittura vicepresidente. Nessuna poltrona a Vincenzo Cotugno, unico rappresentante eletto di Rialzati Molise, il progetto politico dei cognati dell’azzurro Aldo Patriciello. Prime scintille, primi scossoni. Frattura media e garantisce all’ingegnere di Venafro l’elezione al vertice di Palazzo Moffa.
Nulla da fare, Roberto Ruta lascia il segno. In un blitz che ha del geniale, il senatore democratico fa eleggere Vincenzo Niro presidente del Consiglio regionale. E’ la vittoria dell’Udeur, l’ennesimo schiaffo a Rialzati Molise. Apriti cielo, bisogna correre ai ripari. Spunta la proposta del quinto assessore, allora. Ma la legge, voluta dal governo Iorio, lo vieta. Semplice, “abroghiamola”. Immediate le barricate del Pd: Francesco Totaro, capogruppo democratico in Consiglio, ostacola il progetto del governatore. Nulla di fatto. Rialzati Molise lancia l’ultimatum, Frattura s’inventa il consigliere regionale delegato. Programmazione e politiche del credito assegnate a Vincenzo Cotugno: l’eredità di Gianfranco Vitagliano nelle mani di Patriciello. Massimiliano Scarabeo sbotta e non ci sta. A bussare alla porta del governatore anche gli altri consiglieri regionali. Deleghe anche per loro, allora. Sei, sette o addirittura otto eletti del centrosinistra a volere una delega. E’ lo stallo, Cotugno ancora a bocca asciutta. Risultato impietoso: Paolo Frattura zero, Roberto Ruta quattro. Equilibri precari, a settembre si vedrà.
Sanità. Il Governo nomina Paolo Frattura commissario. Prima riunione tra il governatore e la struttura commissariale: “clima sereno e di condivisione”. Poi, lo scontro duro, durissimo. Sulla scrivania del governatore arrivano i decreti attuativi che, di fatto, mortificano la sanità pubblica e tagliano i posti letto. Troppo impopolare firmarli, troppo recente la promessa fatte a Venafro: “Il Santissimo Rosario resterà aperto”. Allora, Frattura prende carta e penna e dà dell’abusivo a Nicola Rosato, subcommissario alla sanità. “Il presidente sono io, decido io”. A decidere, invece, è Roma. Il ministero riconferma Rosato: Roma caput mundi. E della sanità molisana. Gli ospedali di Larino, Agnone e Venafro chiuderanno? Intanto, scoppia il caso dell’Ex Cattolica. Il direttore della Fondazione Giovanni Paolo II denuncia e avverte il governo regionale: “Se non ci vogliono più, ne prendiamo atto. A rischio 45 lavoratori e il taglio dei posti letto”.
Gam e settore avicolo. Quattro mesi di immobilismo, gli allevatori iniziano ad abbandonare l’azienda di Bojano. La produzione è quasi ferma. I lavoratori manifestano, i trasportatori bloccano le strade: “Frattura venga con i soldi”. Inevitabile cedere, il governo regionale stanzia un milione di euro a copertura parziale degli stipendi arretrati. Non bastano. Ennesime proteste. Per Roberto Ruta bisogna mettere l’azienda in liquidazione: troppi debiti. Frattura alle strette. Si decide di passare la patata bollente nelle mani del Ministero dello Sviluppo Economico. Tavolo di concertazione a Roma, il governo regionale e i parlamentari del Pd si trasferiscono nella capitale e tornano trionfanti: “accordo raggiunto”. Ma sindacati e lavoratori smentiscono: “accordo inesistente”. Dal Ministero, invece, solo rassicurazioni: “sì agli ammortizzatori sociali in caso di fallimento”. Impossibile perdere altro tempo, “si ricapitalizzi, allora”. Frattura riscopre la bontà della ricetta Iorio: “ricostituire il capitale dell’azienda”, partendo dai sette milioni di euro che il centrodestra stanziò nell’ottobre del 2012. Ma, adesso, di milioni ne servono 17. Gam, quale futuro?
Trasporti pubblici e Autostrada del Molise. “Pullman sospesi dall’11 luglio”, è l’annuncio choc dei vertici dell’Atm, l’Azienda Trasporti Molisana che in queste ore denuncia: “Venuti a conoscenza che ancora non vengono emessi i mandati di pagamento per la mensilità di giugno 2013, non avendo questa azienda nessuna opportunità di poter accedere al credito bancario a causa dell’incaglio dei nostri conti presso le banche per effetto del mancato trasferimento delle rate che la Regione Molise si è impegnata ad erogare, vi comunichiamo che il prossimo 11 luglio non saremo più in grado di rifornire di carburante i nostri automezzi”. Ancor più ingarbugliata, invece, è la matassa Autostrada del Molise. L’Italia dei Valori spinge affinché questa opera, fortemente voluta da Michele Iorio e sostenuta da Antonio Di Pietro, finalmente si realizzi. Non è dello stesso avviso Paolo Frattura, o meglio non lo era. Sembra, infatti, che il governatore si sia convinto che l’eventuale rinuncia alla costruzione dell’opera strategica comporti la perdita, in toto, dei finanziamenti pubblici già deliberati dal Cipe, definitivamente, lo scorso anno. Insomma, incertezza e titubanza anche sull’Autostrada. Con la soddisfazione di Roma che spera di poter riprendersi il malloppo e destinarlo ad altre regioni. Il Molise di tutti, il Molise di nessuno.