Province a rischio estinzione, in arrivo il collegio delle autonomie

Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il disegno di legge costituzionale che prevede la cancellazione di 86 enti locali. La riforma vera e propria dovrebbe arrivare tra una decina di giorni con un disegno di legge ordinaria. Previsto anche lo sfoltimento di consorzi e società

ROMA. Tornano a tremare le Province. Isernia e il suo presidente Luigi Mazzuto compresi. Quest’oggi, infatti, il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il disegno di legge costituzionale che prevede la cancellazione delle Province. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. La proposta prevede l’eliminazione di ogni riferimento alle Province fatto nella Costituzione. Anche se la riforma vera e propria arriverà tra una decina di giorni con un disegno di legge ordinaria. Verrà approvato soltanto dopo che verrà pubblicata la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il decreto “salva-Italia” del governo Monti. La nuova riforma, al contrario del percorso tracciato da Monti che prevedeva la riduzione, dice che le Province verranno cancellate. Al loro posto sorgeranno i collegi delle autonomie. Dunque, scompariranno il presidente, il consiglio e la giunta. Il nuovo organo collegiale sarà composto solamente dai sindaci del territorio. Si avrebbe cosi un notevole risparmio sugli stipendi di consiglieri e assessori. Cosa ne sarà, invece, dei 57mila dipendenti delle Province? Il governo assicura che non ci saranno esuberi: saranno redistribuiti tra Regioni e Comuni e nel graduale processo di riassorbimento giocheranno un ruolo chiave anche i pensionamenti. Il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, inoltre, spiega che nella fase iniziale i collegi coincideranno con il territorio delle attuali province. E anche le competenze saranno redistribuite in favore dei Comuni e delle Regioni. Un altro punto importante della riforma riguarda la razionalizzazione dei piccoli Comuni. Si creerà una vera e propria Unione dei Comuni, il cui ruolo peserà nei nuovi collegi delle autonomie. Verranno, poi, tagliati anche gli enti di mezzo, quali consorzi e altre società, che oggi ammontano a 7mila. Si dovrebbe arrivare, così, a 2mila società. Le Province, naturalmente, non ci stanno: “Il dimezzamento dei parlamentari, invece, – chiede il presidente dell’Unione delle Province Italiane, Antonio Saitta – quando si farà?”. Rilanciando, dunque, sul tema dei costi della politica, l’Upi non accetta che il governo presenti un ddl costituzionale solo sulle Province.