Due camion, diretti nel Nord Italia, fermati nei pressi di Venafro con a bordo grandi quantitativi di merce griffata avente licenza scaduta o revocata. Ispezioni anche nei magazzini di Pettoranello. Anche ieri le Fiamme Gialle in azienda: hanno acquisito copia di fatture e contratti di consulenza per importi milionari inerenti alla gestione commissariale
PETTORANELLO DEL MOLISE. Ancora l’Ittierre nel mirino della Guardia di Finanza. Se ieri aveva fatto scalpore la notizia del sequestro, da parte delle Fiamme Gialle, di copie di fatture e contratti di consulenza per importi milionari pagati dai tre commissari straordinari Chimenti, Ciccoli e Spada, stamani sotto la lente dei baschi verdi sarebbe finita la gestione della newco targata Antonio Bianchi. Nei pressi della piana di Venafro, infatti, due camion carichi di merce, partiti da Pettoranello e diretti in Nord Italia, sarebbero stati fermati per un controllo di routine. I militari al comando del colonnello Amedeo Gravina avrebbero subito rilevato una serie di presunte irregolarità: ovvero, la presenza di grandi quantitativi di merce griffata avente licenza scaduta (da indiscrezioni, Ermanno Scervino) o revocata (Cavalli), sulla quale sono in corso delle verifiche. Non solo: i capi d’abbigliamento sospetti non sarebbero stati nemmeno registrati nei documenti di trasporto. Insomma, i due mezzi pesanti viaggiavano con un carico pesante superiore a quello riportato nelle bolle d’accompagnamento. Motivo che ha subito spinto le Fiamme Gialle a proseguire nei controlli – che si preannunciano lunghi e faticosi, data la mole di abiti da passare al setaccio – direttamente in caserma. A distanza di qualche ora, la Finanza si sarebbe spostata direttamente nei magazzini dell’azienda tessile di Pettoranello, muovendosi su un’auto ‘civetta’. Raggiunti gli uffici, i militari si sarebbero trattenuti per qualche ora. Rinvenendo su alcuni bancali altra merce analoga a quella controllata sui due autoarticolati, frutto di rimanenza e di resi, pronta per essere spedita in laboratorio per essere lavorata. Come spiega il patron di Ittierre, Antonio Bianchi, non c’è stato alcun sequestro, come inizialmente qualche indiscrezione, rivelatasi infondata, aveva riferito. “Normali verifiche – ha detto l’imprenditore comasco – dalle quali non emergerà nulla di irregolare, ne sono convinto. Terminati i controlli di routine, sono certo che la merce sarà sbloccata”. Quel che si sa, per adesso, è che l’attività della Guardia di Finanza sarebbe sorta di propria iniziativa – senza dunque una denuncia di parte – con il probabile fine di tutelare i consumatori dall’acquisto di merci a rischio contraffazione. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Isernia, potrebbe conoscere eventuali importanti sviluppi. Anche perché i controlli vedrebbero coinvolti anche i baschi verdi di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. Una parte della merce da verificare, infatti, sarebbe già stata spedita in Lombardia, motivo per cui anche in quel caso sono stati avviate ispezioni su strada e nei magazzini di destinazione della mercanzia. Bianchi, dal canto suo, si dice sereno. A lui interessa “tutelare i livelli occupazionali e lavorare”.