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Post sisma, ultimatum dell’Acem alla Regione: fuori i soldi, o costretti a licenziare 2mila operai

L’Associazione delle piccole e medie industrie del settore edile vanta crediti per 64 milioni di euro nella sola area del cratere. Ma finora sono stati sbloccati i pagamenti soltanto per gli edifici di culto

CAMPOBASSO. Trecentoquaranta cantieri per 64 milioni di euro di crediti, vantati e non riscossi da sette mesi a questa parte. Numeri impietosi, quelli forniti da Corrado Di Niro, presidente dell’Acem, l’Associazione delle piccole e medie industrie del settore edile. Risultato: oltre 2.200 maestranze edili a rischio, considerando che gli oltre 150 soci dell’Acem vantano alle proprie dipendenze almeno una quindicina di operai a testa. In una nota stampa, l’associazione denuncia una situazione ormai al collasso: riunitisi ieri pomeriggio in assemblea nella sede di via Cavour a Campobasso, i soci dell’Acem hanno fatto il punto della situazione in merito al pagamento dei lavori di ricostruzione post sisma. “All’esito anche di incontri istituzionali avuti in settimana – si legge nel comunicato – che non lasciano spiragli sulla liquidazione delle spettanze maturate, gli imprenditori, non avendo più certezza alcuna, annunciano che se i pagamenti degli stati di avanzamento ad oggi maturati per i lavori della ricostruzione non saranno sbloccati nel giro di 7 giorni, procederanno al licenziamento delle maestranze“. Un ultimatum bello e buono, ma dettato dallo stato di necessità. Nulla, infatti, è dato sapere circa l’Accordo di Programma Quadro che interesserebbe gli appalti dell’area del cratere, dal quale dipenderanno le sorti delle imprese interessate. “La Protezione Civile – spiega Di Niro - che si occupa del pagamento alle imprese, nel maggio scorso aveva assicurato, con cauto ottimismo, che a metà luglio avremmo visto i nostri soldi. Ma ora, dopo la firma dell’Accordo di Programma Quadro con la Regione che sblocca i pagamenti soltanto per gli edifici di culto, la situazione per noi si fa serissima”. “Altre intese – continua il presidente dell’Acem - non sembrano previste all’orizzonte. Ma la Regione Molise deve dirci se i soldi ci sono o no, altrimenti non c’è nemmeno un motivo valido per sospendere i lavori attualmente in itinere”. 

 

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