CAMPOBASSO. Da Roma arrivano ancora brutte notizie: cresce il debito, fondi Fas ancora inutilizzati da parte della Regione, piano operativo nuovamente da rivedere. Insomma, una bocciatura per il commissario Frattura costretto a rimettere mano alla carte. Secondo indiscrezioni e fonti molto attendibili i tecnici romani si sarebbero adirati perché la Regione Molise non avrebbe dato seguito all’indicazione data dal ministero nella precedente riunione di disimpegnare 55 milioni già vincolati dei Fas e utilizzarli per la copertura del deficit sanitario. In poche parole, non sarebbe stato predisposto un Accordo di Programma Quadro per l’utilizzo di quei fondi e da Roma sarebbe arrivata la bocciatura. Eppure, era solo il 17 aprile 2013 quando un entusiasta governatore Frattura affermava: “Lo sblocco di queste risorse, richiesto e pretesto da anni da chi ci ha preceduti e a loro mai concesso, è ascrivibile anche a una diversa credibilità e a una maggiore affidabilità che abbiamo dimostrato ai tavoli ministeriali”. Insomma, ottenuti i fondi non si è stati in grado di usarli.
Bocche cucitissime sui contenuti del Piano Attuativo presentato al ministero dalla Regione Molise il 10 giugno 2013. Dati svelati, invece, sull’integrazione al Piano che il governatore Frattura ha consegnato ai tecnici romani. Tra le trecento pagine del documento, piene zeppe di numeri, calcoli ed equazioni, emerge una tabella dai contenuti inquietanti (pubblicata in fondo all’articolo). Una semplice, semplicissima tabella che riassume nel dettaglio tutti i tagli che la sanità molisana subirà: 229 posti letto in meno, sugli attuali 1.337 esistenti, tra pubblico e strutture private. Una sforbiciata netta e tutt’altro che indolore che, evidentemente, la politica non ha il coraggio di raccontare, impegnata nel promettere salvataggi improbabili e a inaugurare comitati per la difesa degli ospedali. Quegli stessi ospedali che, a Venafro e Larino, si troveranno completamente privati dei posti letto ordinari attualmente a disposizione. Ridimensionamento nel pubblico, ma anche e soprattutto nel privato, laddove l’Istituto Neuromed di Pozzilli si troverà svuotato, nel complesso, di 133 posti letto.
PUBBLICO. Completamente azzerati gli ospedali periferici di Venafro e Larino. Il Santissimo Rosario, infatti, perderà tutti i 30 posti letto ordinari, ma ne acquisterà 9 in quota Day Hospital. Stessa sorte per il Vietri di Larino: 19 posti letto attualmente a disposizione, ma tutti cancellati. Ne acquisterà soltanto 6 per il Day Hospital. Il Caracciolo ad Agnone sarà dimezzato: sui 26 posti letto ordinari attualmente esistenti, la scure si abbatterrà soltanto sulla metà di essi. Ne resteranno 13 e il Day Hospital perderà anche 3 posti. A Termoli, invece, i posti letti ordinari passerrano dagli attuali 200 ai 207 proposti nell’integrazione, ma per il Day Hospital della città adriatica si prospetta comunque un triste destino: 12 posti in meno, sugli attuali 22. Mentre il Santissimo Rosario di Venafro viene azzerato, il Veneziale di Isernia acquista 22 posti letto ordinari, sugli attuali 129, ma ne perde ben 12 per il Day Hospital. Leggera sforbiciata anche a Campobasso: il Cardarelli perderà 5 posti letto ordinari, sugli attuali 292 esistenti, e un solo posto nel Day Hospital.
PRIVATO. Destino ancor più nero, invece, per le strutture private accreditate. Perderanno, in totale, ben 199 posti letto sugli attuali 438 esistenti. Quasi il 50% in meno, un vero e proprio disastro che rischia di mettere in ginocchio le cosiddette strutture d’eccellenza. I tagli più consistenti li subisce, appunto, il Neuromed di Pozzilli: addirittura 84 posti letto ordinari in meno, sugli attuali 98 presenti. Ne rimangono soltanto 14. Anche per il Day Hospital e la Riabilitazione stessa sorte: sforbiciate per 49 posti, sugli attuali 62. A Campobasso, la Fondazione Giovanni Paolo II perderà 33 posti letto ordinari – attualmente ne sono attivi 98 – e 4 per il Day Hospital, ma ne acquisterà 6 per la Riabilitazione. Villa Esther di Bojano si vedrà svuotata di 27 posti letto ordinari, di 2 Day Hospital, ma ne acquisterà 9 per la Lungodegenza. Villa Maria, nel capoluogo di regione, perderà 16 posti letto ordinari – sugli attuali 34 esistenti -, un posto Day Hospital, ma si vedrà potenziata di due posti per la Riabilitazione.
TOTALE. La sanità pubblica perderà, tra ordinari e day hospital, 51 posti letto sugli attuali 799 esistenti. Il settore privato subirà un forte ridimensionamento e – tra ordinari, day hospital e riabilitazione, subirà tagli per 199 posti sugli attuali 438 attivi. Risultato: 2,76 posti letto ogni 1.000 abitanti, rispetto all’attuale rapporto di 3,45 unità.
Che fine hanno fatto tutte quelle associazioni di settore, quei comitati civici, quei gruppi nati per la salvezza degli ospedali che – in altri tempi – avrebbero fatto la rivoluzione se la politica avesse tagliato un solo posto letto?
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