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Più tasse, più casta: “E se il popolo non avesse più il pane? Che mangino brioches!”

Frattura in campagna elettorale: “Ridurremo il carico fiscale”, ma aumenta Irpef e bollo auto. Il Consiglio regionale del Molise ha deciso: dal 1 gennaio 2014 i molisani pagheranno più tasse per saldare 27 milioni di euro che le aziende avanzano dalla Pubblica Amministrazione. Cristiano Di Pietro: “Costretti a farlo, siamo con la pistola alle tempie”. Intanto, recepito il decreto Monti su tagli ai costi della politica, il fondo sui portaborse (2.450 euro al mese) non viene cancellato. In attesa che si pronunci l’Ufficio di Presidenza. Il governatore: “Non scendiamo nel populismo”.

CAMPOBASSO. Da una parte le tasse, dall’altra i privilegi della casta. Da una parte sacrifici per i molisani, dall’altra stipendi da capogiro per consiglieri e assessori regionali, Presidente della Giunta e del Consiglio. Così, se dal 1 gennaio 2014 i portafogli dei molisani si alleggeriranno, gli eletti di Palazzo Moffa continueranno a percepire emolumenti importanti, sebbene il Consiglio regionale abbia finalmente recepito il decreto Monti sui tagli ai costi della politica. Ancora 11 mila euro lordi di stipendio al mese – centesimo più, centesimo meno -. Tutto come previsto, e li chiamano risparmi. Riunioni e interruzioni continue, difficile proprio rinunciare a quelle indennità. E il fondo sui portaborse, 2450 euro esentasse, cui ha diritto ogni consigliere in aggiunta al già povero compenso? Resta lì dov’è. Abrogazione rinviata, forse. In attesa che l’Ufficio di Presidenza si pronunci sulla legittimità o meno del bonus: in poche parole, si dovrà stabilire se quel surplus sia compatibile o meno con le norme imposte dal governo Monti. Il governatore Frattura minimizza: “Non scendiamo nel populismo, abbiamo già effettuato tagli per milioni di euro”.

Ironia della sorta, ieri, in Aula si discuteva anche di finanza, di debiti e di manovre salva imprese. E qui, il Consiglio regionale non ci ha pensato due volte: aumentare le tasse ai molisani per pagare i crediti che le aziende della regione vantano dallo Stato. La Regione Molise, in sostanza, contrae un mutuo trentennale di 27 milioni di euro – due tranche da 11 e 16 milioni – che per forza di cose comporterà un aumento del bollo auto e dell’aliquota Irpef, come garanzia certa chiesta dallo Stato. Tasse più salate, per intenderci, per i cittadini. Il bollo oscillerà tra il 7 e il 10% – in base al tipo di automobile -, mentre l’imposta sulla persone fisiche varierà dallo 0.50 al 2,10% – in base al reddito –. Il governatore Frattura cerca di convincere: “Atto dovuto, lo dobbiamo alle imprese che attendono di essere pagate”.  E si impegna a trovare risorse – su proposta del consigliere Nicola Cavaliere – per abbattere del 50% la pressione fiscale. Di Pietro junior gli va incontro: “Sono condizioni imposte dal governo, abbiamo la pistola puntata alle tempie”. E con loro, sicuramente, anche i molisani. Tasse e privilegi, già.

“E se il popolo non avesse più il pane? Che mangino brioches”.

picchiorosso

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