Le motivazioni della sentenza di condanna dichiarano “inadeguata” la soluzione del carcere per l’ex compagno dell’isernina uccisa a colpi di mattarello, trasferito in una clinica privata in Liguria, sul litorale di Ponente. Indignazione da parte del fratello della vittima
ISERNIA. Ancora uno schiaffo, terribile, da quella giustizia nella quale tanto avevano sperato. Invece, per la famiglia Cancelliere, quella di ieri è stata un’ennesima giornata di delusione. Lo conferma Livio, fratello di Stefania, la 39enne di origini isernine uccisa a colpi di mattarello dal compagno Roberto Colombo nel giugno 2012 a Legnano, nel Milanese. “Dopo aver commesso l’efferato omicidio, Roberto Colombo fa il pendolare tra lussuosissime cliniche private. Ora è sulla Riviera Ligure – scrive dal proprio profilo Facebook - Perché? Perché vi è il rischio di suicidio. Eppure, rileggendo il parere dello stesso psichiatra nominato dall’assassino, scritto in data 27 luglio 2012, si apprende che ‘il dottor Colombo è sconvolto, ma non è depresso al punto di togliersi la vita, il trasferimento in una struttura psichiatrica esterna non può che giovargli’. Il fratello della donna uccisa non si contiene e parla di “magistrati indegni”, nonché di “giustizia piegata al delirio di onnipotenza di un feroce assassino”. E si augura “che tutta la nostra indignazione li raggiunga”. Il riferimento è alle motivazioni della sentenza del giudice per l’udienza preliminari del tribunale di Milano, Roberta Nunnari, che ha condannato l’ex primario di Oculistica a 17 anni di reclusione. Il magistrato scrive che il delitto si poteva e si doveva prevenire perché i segnali che, prima o poi, quel crescendo di tormenti e minacce sarebbe sfociato in qualcosa di più pericoloso c’erano tutti. Stefania, addirittura, aveva fatto testamento, a soli 39 anni. Evidentemente, si sentiva in pericolo di vita. Proseguendo nella lettura delle motivazioni, arriva tuttavia l’amarissima sorpresa per i familiari della vittima: Colombo è stato trasferito in un centro di riabilitazione psichiatrica in Liguria, sulla riviera di Ponente. Niente carcere, poiché per il gup “inadeguato per affrontare terapie psichiatriche adeguate al suo stato”.