Aumento delle tasse ai molisani, stipendi d’oro alla casta regionale. Frattura nell’occhio del ciclone, il 6 agosto protesta popolare

 

Il presidente della regione Molise, Paolo Frattura Il presidente della regione Molise, Paolo Frattura

Dopo l’aumento dell’Irpef, dell’Irap e del bollo auto, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale conferma i finti tagli alle indennità: ancora stipendi d’oro per la casta regionale. Ecco tutti gli importi netti: 7350 euro per i consiglieri regionali senza incarichi, 8200 euro per gli assessori, 9062 euro per i presidenti di Giunta e Consiglio. Resta il bonus di 2450 euro, non tassabili e non rendicontabili. Opinione pubblica indignata, sindacati sul piede di guerra, Assindustria: “Scelta scellerata e inaccettabile da parte del governo regionale”, Vincenzo Musacchio della Commissione Anticorruzione: “Decisione immorale, le promesse di Frattura sono cadute nel vuoto”. Intanto il 6 agosto mobilitazione popolare dinanzi a Palazzo Moffa.

CAMPOBASSO. Qualcuno la chiamò ‘notte della vergogna’, quella in cui – durante la seduta del Consiglio regionale della scorsa settimana – il governo regionale propose all’Aula l’aumento delle tasse per i molisani (imposta sulle persone fisiche e bollo auto) e tagli irrisori e indolore per gli stipendi della casta. Così, se il Molise è stata l’ultima regione d’Italia ad essersi adeguata al decreto Monti sui tagli ai costi della politica, è anche quella che continua a pagare gli stipendi più alti ai rappresentanti regionali. In barba alle promesse fatte in campagna elettorale da Paolo Frattura e dal centrosinistra.  L’Ufficio di Presidenza di Palazzo Moffa infatti – composto dai consiglieri Vincenzo Niro, Cristiano Di Pietro, Filippo Monaco, Domenico Di Nunzio e Giuseppe Sabusco – ha messo nero su bianco i nuovi importi delle indennità che spettano a consiglieri, assessori regionali, presidenti di Giunta e Consiglio. Altro che tagli, gli emolumenti sono stati adeguati ai massimi sanciti dalla legislazione nazionale. Ancora stipendi d’oro, nonostante la casta abbia cercato di far passare l’adeguamento per sforbiciate consistenti. Di sforbiciate consistenti, però, non c’è traccia alcuna.

La busta paga dei paperoni regionali sarà composta dall’indennità di carica, di funzione e dal rimborso spese. L’indennità di carica è identica per tutti, 6000 euro al mese. Tassabili. A variare è l’indennità di funzione, in base al ruolo ricoperto a Palazzo: capigruppo, segretari e presidenti di commissione percepiranno 750 euro in più, che diventano 1500 per il vicepresidente e gli assessori regionali e si raddoppiano per il presidente di Giunta e Consiglio. Paolo Frattura e Vincenzo Niro, infatti, si vedranno aggiunti 3000 euro. Il rimborso spese, non tassabile, ammonta – per tutti – a 4500 euro, erogato per l’esercizio del mandato. E li chiamano tagli, anzi “decisioni equilibrate”, come si legge in una nota inviata dall’Ufficio di Presidenza di Via IV Novembre. A conti fatti, dunque, a un semplice consigliere regionale spettano 10.500 euro lordi, che diventano 13.500 per Paolo Frattura e Vincenzo Niro. A questi importi, come se non bastasse, va aggiunto il famigerato bonus previsto dall’ex articolo 7, il cosiddetto rimborso per i portaborse, che ammonta a 2500 euro – ovviamente non tassabili – e che non è stato abrogato. “Chi vuole, può rinunciarvi” si è limitato ad affermare il consigliere Giuseppe Sabusco, membro dell’Ufficio di Presidenza.

“Decisione giuridicamente corretta ma moralmente non adeguata ala situazione di grave crisi del Molise. A mio modesto avviso non c’è stato alcun taglio” ha dichiarato il prof. Vincenzo Musacchio, Presidente della Commissione regionale Anticorruzione che continua: “Frattura aveva promesso ulteriori tagli, ma le sue parole sembra siano cadute nel vuoto. Gli stipendi dei consiglieri regionali continuano ad essere faraoinici ancora oggi. Non solo. Invece di diminuire, sono persino aumentati! Paragonando gli stipendi alla regione più ricca e prosperosa d’Italia, il Molise poteva e doveva operare tagli più cospicui. Noi siamo ancora fermamente convinti che la nostra proposta di adeguamento alla 174 era equa: si sarebbe risparmiato un milione e mezzo di euro all’anno, circa otto milioni di euro in cinque anni. Però dobbiamo constatare, nostro malgrado e per fortuna dei nostri amministratori, che la politica è un mestiere che non conosce crisi“.

Levata di scudi anche da parte dei sindacati che non hanno digerito l’aumento della tassazione locale deciso dall’attuale governo regionale. Durissimo l’attacco a Frattura da parte della Confindustria Molise: “Non siamo più disposti ad accettare scelte scellerate e opposte ad ogni logica di ripresa del tessuto produttivo molisano e della collettività tutta. Abbiamo bisogno di altro e nella riunione che si è tenuta in Regione, siamo stati, purtroppo, l’unica organizzazione a dirlo chiaramente al presidente Frattura dal quale, in verità, ci aspettavamo di più, sul piano della determinazione a intraprendere azioni volte alla ripresa. Nell’attuale situazione, ipotizzare nuovi aumenti di imposte è assurdo”.

Intanto, il Movimento 5 Stelle del Molise, ha organizzato l’Indignazione Day, per martedì 6 agosto, presso il Consiglio regionale del Molise. “Lo avevano promesso in pompa magna durante la campagna elettorale, cavalcando maldestramente il sentimento popolare di indignazione verso i privilegi della classe politica; una volta eletti, si sono però ben guardati dal mettere in atto quanto annunciato, mantenendo stretto fino all’ultimo centesimo ogni emolumento, ogni indennità, ogni rimborso, capace di gonfiare ulteriormente una busta paga che, in tempi di crisi, di tagli, di ristrettezze economiche per tutti, tranne che per i politici di mestiere, appare decisamente immorale; una vera e propria provocazione che mette a dura prova il grado di sopportazione dei cittadini” si legge in una nota dei grillini molisani che invitano cittadini e simpatizzanti “ad intervenire al presidio di protesta fissato per martedì 6 agosto alle ore 9:30 presso la sede del consiglio regionale in via 4 novembre a Campobasso, per manifestare lo sdegno dinanzi al reiterato e vergognoso comportamento del Consiglio Regionale“.

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