HomeNotizieCRONACAIttierre, Bianchi avverte: "Lo sciopero avrà conseguenze gravissime"

Ittierre, Bianchi avverte: “Lo sciopero avrà conseguenze gravissime”

 

Il presidente in una nota: “Ho il sospetto che il tutto sia stato congegnato scientificamente per aprire la strada a qualche avventuriero” 

 

ISERNIA. “Tengo a sottolineare, come ho sempre fatto presente, che il mio intervento non è finalizzato a mettere in discussione il diritto di sciopero. Mi sento, però, in dovere di intervenire perché  sono profondamente persuaso che, forse, inconsapevolmente, non si sia riflettuto con il dovuto distacco, sul fatto, oggettivo, che questo sciopero sta provocando e provocherà un danno incalcolabile non solo alla azienda ma anche ai lavoratori con ricadute, a questo punto, incontrollabili”. Lo scrive in una nota il presidente Ittierre Antonio Bianchi.          

 ”Al contempo non posso esimermi dall’esternare la persuasione che le modalità di sciopero che sono state e si stanno attuando abbiano, comunque, ed in ogni caso, travalicato i limiti della protesta legittima.In primo luogo perché dinamiche, apparizioni, sparizioni, e promesse seguite da inerzie, inducono il legittimo sospetto, se non la quasi certezza, che il tutto sia stato congegnato scientificamente e non per perseguire l’interesse dei lavoratori, ma per aprire la strada a chissà quale avventuriero, o, ancor peggio, per gettare Ittierre nel baratro”
“In secondo luogo – prosegue la nota – perché questo sciopero ad oltranza, in questo periodo particolare del ciclo lavorativo di Ittierre, sta producendo non solo un danno limitato alla produzione attuale, ma anche e soprattutto un grave danno alla produttività dell’azienda, danno, questo, che non è consentito causare, e con ciò faccio riferimento alla storica sentenza della Cassazione n. 711 del 1980”.                                                                                                          

“Se non si avvia oggi stesso la produzione, – avverte Bianchi – non si può produrre la collezione autunno-inverno e se si salta una collezione, per il futuro, Ittierre, di chiunque essa sarà di proprietà, non avrà più nulla da produrre perché non avrà più interlocutori. Se questo è il fine che si intende perseguire, ossia, uccidere deliberatamente una realtà così importante per i lavoratori, le famiglie e l’indotto, si continui pure lo sciopero.  Se si vuole, invece, cercare di salvare Ittierre, non nascondo che ciò  potrà avvenire se non con reciproci sacrifici il cui fine, a portata di mano, sarà la ripresa del ciclo produttivo e, di conseguenza, commerciale, con tutte le positive ricadute e la normalizzazione di una situazione che è divenuta anomala per dolosi interventi esterni. Se lo sciopero continuerà e la produzione non verrà completata, ebbene, mio malgrado, non potrò fare altro che attuare, sin da domani, tutte le procedure ed i meccanismi che questo stato di cose mi obbliga ad intraprendere”.                                                                    

E conclude: “Auspico, però, che ciò, con il buonsenso di tutti, possa essere scongiurato. Vorrei inoltre aggiungere che Finmolise non ha ritenuto legittimo il contenuto dello schema deliberato dalla prima commissione della giunta regionale per la concessione della fideiussione e questo non per l’ostracismo dell’imprenditore, ma per l’illegittimità in sé, dei patti sottostanti il rilascio della fideiussione stessa, che si volevano imporre a Ittierre e che il consiglio di amministrazione di Finmolise ha rigettato”

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