Presenti anche operai e rappresentanti dei partiti della sinistra estrema all’Indignazione Day, presso il Consiglio regionale del Molise, la manifestazione di protesta organizzata dal Movimento 5 Stelle contro l’aumento dei costi della politica: “Frattura e la sua maggioranza avevano promesso in pompa magna durante la campagna elettorale di ridursi gli stipendi, ma non l’hanno fatto. Anzi, le loro indennità sono aumentate di 1000 euro”. Lancio di facsimili di banconote all’arrivo di consiglieri ed assessori. Nico Ioffredi: “Ci siamo semplicemente adeguati alla norma nazionale perché non potevamo fare altrimenti”. Intanto, i sindaci Di Lisa e D’Angelo annunciano battaglia: “Tasse più salate ai molisani, stipendi più alti ai consiglieri regionali. E’ indecente”. Critiche anche dal circolo Pd di Oratino.

CAMPOBASSO. Urla e una pioggia incessante di fischi. Dinanzi alla sede del Consiglio regionale del Molise, così sono stati accolti Paolo Frattura e gli eletti a Palazzo Moffa durante la manifestazione di protesta indetta dal Movimento 5 Stelle. Cittadini, operai, esponenti della sinistra estrema, attivisti e simpatizzanti del movimento di Beppe Grillo hanno fatto sentire la propia voce e il proprio sdegno per protestare contro i costi della politica e la recente legge regionale – approvata dall’Aula con i voti del centrosinistra e l’astensione delle minoranze- che “aumenta le indennità per la casta di Via IV Novembre, anziché dimunirle”. E’ un coro unanime di delusione: “Ci aspettavamo forti segnali dalla nuova giunta regionale; segnali che – invece – non sono arrivati”. Simone Cretella (M5S) non lascia per un attimo il megafono attraverso il quale si staglia, stentorea, la sua voce: “Paolo Frattura, in campagna elettorale, aveva promesso di dimezzare le indennità di consiglieri e assessori, è sotto gli occhi di tutti che non è stato così. Anzi, gli emolumenti e i rimborsi spese per la casta sono aumentati di circa 1000 euro. Lo dicono i fatti”, denuncia l’attivista del movimento.

Nico Ioffredi (Sel) affronta i manifestanti: “Stamattina ho protocollato formale richiesta per rinunciare al bonus dell’ex articolo 7 (il cosiddetto fondo per i portaborse, 2450 euro al mese esentasse e non rendicontabili). Non fate di tutta l’erba un fascio. Sul resto ci siamo semplicemente adeguati alla norma nazionale perché non potevamo fare altrimenti”. Ma la sua versione dei fatti non convince i presenti. Effettivamente non è così, dal momento che il centrosinistra avrebbe potuto fissare importi minori per le indennità, non essendo vincolanti i valori massimi stabiliti dal decreto Monti.

Anche Paolo Frattura – che solo qualche giorno fa aveva pregato di non alimentare “il povero populismo” – arrivato per partecipare alla seduta del Consiglio regionale, decide di affrontare gli indignati. Il governatore, tra le proteste dei presenti, afferma che la maggioranza “ha già approvato un ordine del giorno che ci impegna a verificare la compatibilità del bonus portaborse con i limiti alle indennità posti dal decreto 174 recentemente recepito”. Ma neanche la sua arringa riesce a convincere e non placa le urla della folla: “Non stiamo manifestando per sapere se quel bonus può entrare o meno nella vostra busta paga. Semplicemente dovete abrogarlo, perché vi spettano già 4500 euro di rimborso spese”.

Urla e fischi anche per Angela Fusco Perrella, Nunzia Lattanzio, Vincenzo Cotugno. Per nulla soddisfatti i rappresentanti del Movimento 5 Stelle del Molise, neanche dopo l’incontro avuto con Vincenzo Niro, presidente dell’Assise, a margine della seduta del Consiglio regionale. Intanto, proprio mentre i cittadini manifestavano in  Via IV Novembre, i sindaci di Roccavivara e Montefalcone, Domenico Di Lisa e Gigino D’Angelo – entrambi espressione della sinistra molisana – hanno preso le distanze da Paolo Frattura e dalla sua maggioranza: “Riteniamo francamente indecente, la mattina, approvare in Consiglio regionale una raffica di aumenti riguardanti l’addizionale IRPEF, IRAP, bollo auto, e nel pomeriggio assistere all’aumento degli emolumenti dei consiglieri regionali, in barba a tutti gli impegni elettorali. Vogliamo invitare la società civile a svegliarsi dal torpore che sembra anestetizzarla e a manifestare la propria indignazione di fronte ad atteggiamenti che offendono chi soffre e chi non ha più alcuna prospettiva di futuro”. Insomma, la riduzione dei costi della politica avrebbe dovuto essere un vero e proprio cavallo di battaglia per il centrosinistra molisano ma, a queste condizioni, rischia di trasformarsi in un e vero proprio boomerang. Fatale. 

picchiorosso

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