Domiciliari per un 50enne di Pozzilli, riconosciuto come l’autore dei tentati roghi sullo Stingone. Incastrato dalle telecamere mentre lanciava un ordigno incendiario
ISERNIA. Dopo diciannove giorni di ricerche sembra che l’incendiario del monte Stingone abbia un nome e un volto: V.I., 50enne residente a Pozzilli, ausiliare dei vigili del fuoco. Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia ha imposto gli arresti domiciliari al termine di un’intensa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia e condotta dal Nucleo Investigativo per i reati ambientali e Antincendio boschivo del corpo forestale di Isernia e dagli uomini del Comando stazione Forestale di Venafro. La prova schiacciante è emersa da un video del 1° agosto quando l’uomo è stato colto in flagrante mentre lanciava un ordigno incendiario oltre il guardrail, per poi dileguarsi rapidamente lungo la strada. Fortunatamente l’incendio non ha raggiunto importanti dimensioni grazie all’intervento della Protezione Civile, prontamente allertata da alcuni passanti. Nel sopralluogo successivo si è potuto rinvenire l’ordigno e analizzare il modus operandi che hanno permesso di ricollegare ad un unico soggetto i vari incendi dello Stingone. Bisogna parlare al plurale in quanto solo tre giorni dopo, il 4 agosto, l’uomo ha tentato nuovamente il colpo. Questo duplice episodio ha spinto il gip pentro a far scattare tempestivamente misure cautelari. Il più grande dispiacere è legato sicuramente alla devastazione del paesaggio: in particolare, il monte Stingone non è nuovo a questi eventi. Slo un anno fa – era il 13 luglio – il forte vento ha messo seriemente in pericolo le squadre di soccorso che provavano a domare l’ennesimo incendio. Domani, 21 agosto, i dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa tenuta dal Corpo forestale di Isernia alla presenza del dottor Paolo Albano, procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Isernia.
S.V.
