Il presidente della Regione sta commettendo in questi primi mesi di governo gli stessi errori dell’ex premier. Nessuna svolta liberista in vista e, per ora, nessuna reale novità
CAMPOBASSO. Che ci azzecca, per dirla alla Di Pietro, Frattura con Monti? All’apparenza davvero poco, quasi niente. Due personaggi e due contesti politici lontanissimi. Ma in questi primi mesi di legislatura, il Governatore ha forse commesso gli stessi errori del celebre e quasi dimenticato Professore. Entrambi poi – con i dovuti distinguo – hanno voluto rappresentare (in un momento di grave crisi dei partiti) la “novità”. Uomini “pescati” all’esterno di certi ambienti per provare a salvare la famosa baracca con tutti i burattini. Ma passiamo appunto agli errori: anche il Presidente del Molise, come l’ex premier, non è riuscito a trovare alternative all’aumento della pressione fiscale (stangata Irpef e bollo auto), proprio in un periodo in cui le tasse rappresentano il principale ostacolo alla crescita economica del territorio. Anche lui ha parlato di “sacrificio inevitabile”, sottovalutando probabilmente l’inutilità del sacrificio stesso. Perché se si continuano a togliere soldi a famiglie e imprese, l’economia non decollerà mai. Logica banale ma inattaccabile. Poi c’è la questione dei costi della politica e degli stipendi: Frattura, come Monti, sembra poco interessato alla questione. Senza riuscire a porre un freno ad antiche e immortali spinte stataliste (lo smantellamento burocratico è tra l’altro un opaco ricordo elettorale) e tradendo un curriculum che si diceva invece liberista e liberale, a favore del mercato, della libera impresa, del privato e contro i cosiddetti sprechi pubblici. Terza e non meno importante analogia: con entrambi al governo l’immagine della classe politica subisce dei danni quasi irreparabili. Non solo, ovviamente, per colpa loro. Ci mancherebbe. Ma personalità che rinnegano (per la loro ostentata natura “tecnica”, per il loro voler superare a tutti i costi le categorie della destra e della sinistra) la politica stessa, contribuiscono a mortificare in un certo senso il suo ruolo, che al netto dell’onda populista di questi tempi difficili conserva un ruolo ancora nobile e fondamentale e senza di essa è impossibile far funzionare un’istituzione democratica. L’esperienza di Mario Monti, nonostante le rosee previsioni dei più prestigiosi opinion leader del Paese, è già conclusa. Improvvisamente e quasi senza gloria. Paolo Frattura ha ancora tempo per recuperare. Ma i primi passi nei palazzi del potere (dalla triste storia del quinto assessore in poi) lasciano poco spazio all’ottimismo.
jones