L’analisi storico-artistica del Maestro ad opera di Pietro Campellone, direttore del Museo Maci di Isernia
ISERNIA. “L’opera di Raucci risente positivamente degli influssi delle più importanti correnti artistiche del XX secolo e con la sua raffinata e rigorosa tecnica evoca spesso situazioni magiche. Nessuna luce, possiamo dire, tra quelle che la pittura ha rilevato è simile a quella che emana dalla sua pittura. Pur essendo epigono della pittura di Emilio Notte, già sodale di Balla, Martini, Marini e Marussing e quindi attraversando fasi futuriste e surrealiste, il suo vero spirito è quello del ritorno all’ordine, cioè del neorealismo.

Nelle sue opere il futurismo si va sempre più raffreddando in una sintesi che richiama moduli cinquecenteschi, ma anche il ripensamento della pittura veneziana del settecento con il quadro (veduta di Venezia – Isola di San Giorgio) con la quale si confronta per alcuni anni prima di tornare alla sperimentazione con scene di magico realismo in uno spirito guttusiano; sempre però con un rigore che sfiora la solennità come nelle opere il ‘Parlamento di Budapest’, il ‘Panorama di Ulm visto dal Danubio’ e il ‘Castello scozzese di Dunottar’. Con l’avanzare degli anni si cimenta con calde ed intime immagini di panorami molisani, che rievocano in noi tutti e nei fruitori delle opere scenari reconditi, intrisi paradossalmente sia di misticismo sia di materialismo che poi sfocia con una punta di eros nel quadro “Nudo femminile disteso”.
Domenico Raucci partecipa giovanissimo ad una mostra collettiva a Napoli nei locali del Colonnato di Piazza Plebiscito insieme ad artisti quali Emilio Notte, di cui è allievo, e di altri rappresentanti insigni della scuola napoletana dell’epoca. Giunge a Pistoia nel 1962 ed entra a far parte del gruppo degli artisti pistoiesi che si riuniscono alla galleria Vannucci e partecipa a varie mostre alla sala Ghibellina, inoltre espone a Treviso e in Jugoslavia. Partecipa inoltre alla prima Mostra nazionale insegnanti e artisti organizzata dal ministero delle Poste presso il Centro didattico nazionale di studi e documentazione di Firenze. Nel 1966 partecipa al concorso bandito dalla Cassa di risparmio di Roma per un bozzetto a colori di propaganda per la succitata banca. Tale opera rimase a lungo esposta a palazzo Barberini a Roma. Nel 1968 partecipa e ottiene la medaglia d’oro al concorso mostra degli artisti toscani. Ha inoltre collaborato con il maestro Pietro Annigoni. Nel febbraio 2006 dona 32 sue opere al Comune di Isernia che allestisce una sala museo a lui dedicata all’interno del municipio ed in cui sono permanentemente esposte le sue opere. Lo stesso Comune gli dedica un sito internet su cui sono visitabili le medesime opere”.
Pietro Campellone
Direttore Museo Arte Contemporanea Isernia
3-02-06