L’Associazione biblioteche del Molise: “Poca conoscenza del settore all’interno dell’organo. Difficile un rilancio senza vere professionalità”. Il consigliere regionale Filippo Monaco: “Nomine da rivedere”
CAMPOBASSO. L’assemblea dei soci dell’Associazione Italiana Biblioteche sezione Molise, riunitasi a Campobasso nella giornata del 28 agosto, trattando svariati temi ha esaminato la composizione della consulta regionale relativa ad hoc, con le recenti nomine effettuate da Vincenzo Niro, presidente del Consiglio regionale del Molise. La legge regionale n. 37 del 1980 prevede la creazione di una consulta composta da tre esperti del settore e tre rappresentanti degli enti locali. La ratio della legge è quella di avvalersi delle competenze di chi opera nel mondo delle biblioteche, degli archivi e dei musei per quanto concerne i problemi tecnici di gestione, e dei rappresentanti degli Enti Locali per occuparsi dell’organizzazione dei servizi culturali sul territorio. Le lamentele dell’associazione sono che per la parte riguardante gli esperti non le sia stato richiesto nessun parere o consulto. Quindi nel quadro dirigente mancherebbero “professionisti profondi conoscitori del settore che possano rilanciare le attività bibliotecarie. “La mancanza di vere figure professionali nella suddetta importante Consulta – si legge in una nota della dottoressa Francesca Carnevale, presidente dell’associazione- rende ancora più difficile l’opera di rilancio delle biblioteche, degli archivi e dei musei regionali, che vivono una vita asfittica per la carenza di fondi e per il bisogno crescente di operatori con profili professionali specifici, di sempre maggiori e idonei spazi e di nuovi supporti tecnologici ed informatici”. Ad approfondire il dibattito è intervenuto il vice presidente del Consiglio regionale Filippo Monaco. “Non ho partecipato alla spartizione delle nomine, non ho voluto prendere parte al falso gioco della “discontinuità” – ha dichiarato – L’Aib sottolinea come, riguardo gli esperti della Consulta regionale per le attività bibliotecarie, archivistiche e museali, non sia stata assolutamente coinvolta alla partecipazione dei nominativi. Ritengo questo un fatto di assoluta rilevanza: non si possono nominare figure, all’interno di enti settoriali, come può essere quello delle biblioteche, che non abbiano esperienze nel ramo. Prima di procedere alle nomine, andavano ascoltati i rappresentanti delle categorie. Proprio per questo, conclude, “accolgo e faccio mio, l’appello dell’Aib, chiedendo al presidente del Consiglio di procedere all’audizione dell’organizzazione in merito alle decisioni”.