Palazzo Moffa

Nicola Cavaliere e gli altri esponenti dell’opposizione hanno presentato oggi in Consiglio regionale un ordine del giorno. “Solo in Molise – sottolineano in una nota – si tagliano innovazione e ricerca”. 

CAMPOBASSO. “L’articolo 9 della Costituzione Italiana recita testualmente: ‘la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica…’. Un dettame fondamentale ma ignorato dall’attuale giunta regionale che, con un ‘colpo’ di penna ha di fatto tolto possibilità di crescita al Molise e ai giovani ricercatori”.
E’ quanto si legge in un comunicato firmato da Nicola Cavaliere, Angiolina Fusco Perrella, Giuseppe Sabusco,  Nico Romagnuolo e Salvatore Micone. 

“La ‘voce’ del Pdl a sostegno del Senato accademico e del Consiglio di facoltà dell’Università degli Studi del Molise (che con una nota ha stigmatizzato fortemente l’accaduto), non si è fatta attendere. E’ arrivata in seguito alla decisione assunta dalla Giunta Frattura di cancellare il finanziamento di 22,250 milioni di euro destinati all’Ateneo molisano. Per questo, in mattinata gli esponenti di centrodestra hanno presentato un ordine del giorno al presidente del consiglio regionale chiedendo di ‘revocare la Delibera di Giunta regionale n. 362 del 26 luglio 2013 ed aprire un tavolo di confronto con l’Università degli Studi del Molise nell’ottica di una collaborazione tra le Istituzioni che ha come obiettivo unico la crescita e lo sviluppo di questo territorio”.

“L’accordo di Programma quadro,- prosegue la nota – sottoscritto l’11 ottobre 2012 tra il Governo, la Regione Molise e l’Unimol aveva come obiettivi la ricerca, il miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture universitarie (per un valore di 15,250 milioni di euro) e prevedeva inoltre un investimento di 7 milioni di euro in attività di ricerca con lo scopo di attivare 62 posti di ricercatori e operatori della ricerca a tempo determinato”. 
“Purtroppo – continuano i consiglieri del centrodestra – non ci si rende conto che la ricerca è un settore fondamentale, cruciale per la crescita del nostro territorio, il non voler investire in questo campo significa non avere una visione a lungo termine. Senza ricerca non c’è futuro e di fatto si è sbattuta la porta in faccia a 62 ricercatori.  Il potenziamento delle infrastrutture, invece, avrebbe dato non solo lavoro a tanti molisani ma anche una prospettiva futura grazie all’erogazione di ulteriori e qualificati servizi. Siamo letteralmente sconcertati – aggiungono – per una scelta che sinceramente non riusciamo a comprendere”. 

“Non si può – per ripianare i debiti della sanità, che pure rappresenta una questione rilevante – relegare in un angolo una istituzione così importante che, negli ultimi decenni, ha contribuito in maniera esponenziale allo sviluppo di questa terra. In altre regioni con un tessuto aziendale forte, sono proprio le aziende a sostenere la ricerca negli atenei. Ma, vista la ‘nostra fragilità’ nel settore tutto ciò qui da noi non può accadere: siamo convinti che i fondi potevano essere reperiti in altre voci di bilancio. Allo stesso tempo però siamo preoccupati – concludono i consiglieri – perché questo atteggiamento in controtendenza con quanto sta invece accadendo in tutta Italia (dove si sta lavorando per potenziare la ricerca) elimina altre prospettive per la regione”. 
“Dietro l’accordo di programma – conclude la nota – c’era un lavoro certosino, per questo ci auguriamo che la delibera possa essere revocata”.