ISERNIA. L’ingresso di nuovi soci nel capitale sociale di Ittierre sarebbe condizionato al taglio di qualcosa come 450 lavoratori su 700. Oltre il 60 per cento della forza lavoro. La fine di un’epoca, prospettata senza se e senza ma dal patron del polo tessile di Pettoranello, Antonio Bianchi, nel corso della riunione di ieri, presso la prefettura di Isernia, con fornitori e fasonisti. Nei confronti dei quali – circa un centinaio di persone provenienti anche da Abruzzo, Marche, Campania e Puglia – l’imprenditore comasco deve versare circa 10 milioni di euro di spettanze, accumulate da gennaio ad agosto. Molti di essi hanno dovuto licenziare decine dipendenti; altri dichiarare fallimento. Per questo l’ipotesi del concordato preventivo in continuità – una delle due prospettate al ministero dello Sviluppo economico lo scorso 3 settembre – viene vista come uno spauracchio, poiché azzererebbe i crediti che avanzano nei confronti dell’Ittierre. Dopo un confronto serrato, alla fine Bianchi ha guadagnato tempo prezioso, firmando dinanzi al prefetto Filippo Piritore un’intesa che prevede il pagamento a fornitori e fasonisti del 30 per cento delle spettanze entro il 15 settembre prossimo. Il resto sarà liquidato in due tranche entro la fine di ottobre, ma a condizione che la merce venga consegnata regolarmente e con priorità a chi la fornirà per primo. Nonostante l’accordo, la tensione resta altissima. In azienda, appena ieri, è stato sospeso anche il servizio di pulizia. Il motivo: fatture inevase, ancora una volta. Mentre le Rsu continuano a chiedere la revisione dei criteri di cassa integrazione, per i quali il vertice di Ittierre avrebbe mostrato disponibilità, previo confronto con i vari capireparto. Da non sottovalutare, poi, le notizie riportate sulla stampa specializzata: come spiega il portale ‘Pambianconews’, si chiude anzitempo la partnership tra Bianchi e Karl Lagerfeld, con conseguente cessazione della licenza quinquennale Karl Lagerfeld Paris siglata nel 2011. Non solo: come riporta ‘Wwd.com’, Bianchi ha dichiarato che il gruppo si sta concentrando “sulle licenze più redditizie”, vale a dire Balmain, Jean Paul Gaultier Uomo, Aquascutum e Guy Laroche. Più che probabile, dunque, che altre licenze in portafoglio (quali Tommy Hilfiger, Costume National, C’N’C’, Gf Ferrè e Galliano), vengano presto archiviate. Il problema più grosso, però, resta la tutela occupazionale. Bianchi e il gruppo Albisetti, nel 2011, si aggiudicarono Ittierre proprio puntando su quest’aspetto, battendo la concorrenza del gruppo Borletti. Oggi, a conti fatti, dopo soli due anni, Bianchi da solo non ce la fa più. Il prossimo 18 settembre, il nuovo incontro al ministero dello Sviluppo, decisivo per le sorti dell’azienda. L’imprenditore ha prospettato l’ingresso di due nuovi soci con capitali freschi. Ma Regione Molise e sindacati appaiono sfiduciati, del tutto. E propendono per il concordato preventivo in continuità. Francesco Di Trocchio della Femca Cisl non si risparmia, al riguardo: “Questa azienda è allo sbando – ha dichiarato– Non ci sono certezze neanche sulle licenze da produrre. E’ necessario che la Ittierre esca al più presto da questa crisi di liquidità. In questo modo non è più possibile andare avanti”.
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