Acquisiti documenti a Pettoranello per verificare la corrispondenza della merce ispezionata in vari magazzini molisani ed extraregionali alle bolle d’accompagnamento. Nel pomeriggio Bianchi incontra i sindacati per comunicazioni urgenti
PETTORANELLO DEL MOLISE. Quattro auto della Guardia di Finanza alla sede di Pettoranello; uno allo store di Roccaravindola; ispezioni, verifiche, controlli e acquisizioni di documenti anche nei magazzini di Campobasso, Sesto San Giovanni, Milano e, pare, Sardegna, dove sarebbe stata spedita merce in predicato di irregolarità. Nuove grane sull’Itierre di Antonio Bianchi. Stamani un blitz delle Fiamme Gialle, a quanto pare legato ai controlli avviati nei mesi precedenti. Da quel che si apprende dall’avvocato Gabriele Melogli, che cura gli interessi dell’imprenditore comasco su Isernia, i baschi verdi a Pettoranello avrebbero soltanto acquisito documenti e fatture per verificare la corrispondenza della merce ispezionata alle bolle d’accompagnamento e al resto delle prescrizioni di produzione. Melogli non conferma ufficialmente, ma le indiscrezioni riferiscono di una querela presentata da Ferrè e Scervino per tutelare la propria immagine: si procederebbe, pertanto, per le ipotesi di reato di truffa e contraffazione. Nel pomeriggio, intanto, Bianchi tornerà da Milano per incontrare i sindacati alle 16.30: pare debba fare comunicazioni urgenti e di particolare rilevanza. Lo scorso 10 luglio, infatti, nei pressi della piana di Venafro, due camion carichi di merce, partiti da Pettoranello e diretti in Nord Italia, furono fermati per un controllo di routine. I militari al comando del colonnello Amedeo Gravina rilevarono una serie di presunte irregolarità: ovvero, la presenza di grandi quantitativi di merce griffata avente licenza scaduta (Ermanno Scervino) o revocata (Cavalli), sulla quale avviarono delle verifiche. Non solo: i capi d’abbigliamento sospetti non erano nemmeno registrati nei documenti di trasporto. Insomma, i due mezzi pesanti viaggiavano con un carico pesante superiore a quello riportato nelle bolle d’accompagnamento. Motivo che spinse le Fiamme Gialle a proseguire nei controlli – lunghi e faticosi, data la mole di abiti da passare al setaccio – direttamente in caserma. A distanza di qualche ora, la Finanza si spostò direttamente nei magazzini dell’azienda tessile di Pettoranello, muovendosi su un’auto ‘civetta’. Raggiunti gli uffici, i militari si trattennero per qualche ora. Rinvenendo su alcuni bancali altra merce analoga a quella controllata sui due autoarticolati, frutto di rimanenza e di resi, pronta per essere spedita in laboratorio per essere lavorata. L’attività della Guardia di Finanza, allora, sarebbe sorta di propria iniziativa – senza dunque una denuncia di parte – con il probabile fine di tutelare i consumatori dall’acquisto di merci a rischio contraffazione.