CAMPOBASSO. Hanno voluto lanciare un appello anche loro, dal tribunale di Campobasso, al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Perché il taglio delle 15 sedi distaccate in tutta Italia non li convince per nulla. E perché “chiudere i tribunali non è una priorità, tanto più in Molise”. Protesta dei sindacati, stamani, contro la riforma della geografia giudiziaria, entrata in vigore dallo scorso 13 settembre e che si tradurrà, a loro dire, in un arretramento dello Stato dal territorio e nel caos giudiziario. Contemporaneamente al sit-in posto in essere dalle sigle nazionali in via Arenula, dinanzi al ministero di Giustizia, anche i rappresentanti della Funzione Pubblica molisana di Cgil, Cisl e Uil hanno voluto far sentire la propria voce. In particolare, i tagli e la spending review stanno portando alla chiusura del tribunale di Termoli e dell’Agenzia delle entrate di Larino. Come dichiara Mario Della Ventura, Fp Cisl, “ci sarebbe da chiedersi quanto ha portato nelle casse dello Stato la chiusura del tribunale di Campobasso e dell’Agenzia delle entrate di Larino. Questi tagli hanno portato solo all’abbandono dello Stato nei nostri territori. Noi invece – ha aggiunto – vogliamo riavvicinare lo Stato e partecipare in maniera attiva alla sua vita e a quella della Pubblica Amministrazione. E pretendiamo dei servizi sempre migliori e meglio gestiti per i cittadini”. In questa fase di riorganizzazione del sistema giudiziario, per i sindacati servirebbe una semplificazione delle procedure per velocizzare i tempi e soprattutto un reale e mai decollato processo di digitalizzazione la digitalizzazione, con la valorizzazione delle professionalità e l’ammodernamento del sistema giudiziario; il tutto, affiancato da una seria lotta all’evasione per recuperare somme importanti ogni anno sottratte allo Stato. Invece, sottolinea Nicola Farina della Cigl, “nella nuova realtà che si sta andando a creare dobbiamo solo segnalare la chiusura delle agenzie fiscali, dei tribunali e degli ospedali. Capisco la spending review, giusti i tagli, ma il tutto deve essere fatto in un’ottica di rafforzamento e miglior gestione dei servizi, quindi deve esserci una nuova progettazione di servizi utili, riducendo le spese inutili della casta”. In chiusura è intervenuto anche Emilio Izzo della Uil: “Quello che sta avvenendo – ha commentato – è un attacco alla democrazia, i centri di potere stanno attaccando i servizi che ne sono espressione. Attacchiamo i dirigenti, i manager, i privilegi della casta: solo così le cose inizieranno a funzionare meglio”.
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