Cosa prometteva l’attuale presidente della Regione in campagna elettorale, nel suo ‘famoso’ video-spot? Dall’eliminazione degli “enti inutili e inefficienti” al contenimento dei costi, dalla riduzione della pressione fiscale alla creazione di nuovi posti di lavoro, dal dimezzamento delle indennità di presidente, assessori e consiglieri regionali alla regolamentazione rigorosa dell’uso delle auto blu. Cosa è accaduto, invece, in sette mesi di governo?
“Abbasseremo le tasse ai molisani“, diceva Paolo Frattura.
TASSE AUMENTATE. La Regione Molise ha deliberato l’aumento di Irpef, Irap e bollo auto: aumenti già dal 1 gennaio 2014.
IRPEF, imposta sul reddito. Per i redditi fino a 15 mila euro, aumento dello 0.50%; da 15 mila a 28 mila l’incremento sarà dello 0,70; da 28 a 55 mila i molisani pagheranno lo 0.90% in più; per i redditi oltre 55 mila e fino a 75 mila euro l’aumento sarà dell’1%; maggiorazione dell’1,10% per i contribuenti che superano i 75 mila euro di reddito.
Bollo auto, aumenti fino al 10%: calcolati in base alla classe ambientale e ai kilowatt di potenza dei veicoli.
La superstangata, aumenti del 70%: la Giunta regionale ha deliberato anche aumenti in materia di tasse sulle concessioni regionali. Licenze, autorizzazioni e tributi più cari per ristoranti, alberghi, farmacie, agenzie di viaggio, ambulatori medici, società di trasporto passeggeri, stabilimenti balneari, di smercio, produzione di acque minerali e campeggi.
“Dimezzeremo i compensi di presidente, assessori e consiglieri regionali“, diceva Paolo Frattura.
COSTI DELLA POLITICA, ricche buste paga. La Regione Molise è stata l’ultima regione d’Italia ad adeguare la propria normativa al decreto Monti sulla riduzione dei costi della politica. Naturalmente, per gli stipendi di presidente, assessori e consiglieri regionali sono stati recepiti i tetti massimi. Nel mese di luglio, prima che Palazzo Moffa recepisse il decreto Monti, la busta paga di un consigliere regionale era composta dalle tre voci: indennità di carica, rimborso spese e diaria. Dopo l’approvazione della nuova legge regionale sui costi della politica, il cedolino risulta composto dall’indennità di carica, di funzione e dal rimborso spese di esercizio del mandato. L’indennità di carica è identica per tutti, 6.000 euro (importo lordo mensile). A variare è l’indennità di funzione, in base al ruolo ricoperto a Palazzo: presidente di gruppo consiliare, presidente di commissione consiliare e segretario del Consiglio regionale percepiscono 750 euro in più, che diventano 1.500 per il vicepresidente del Consiglio e gli assessori regionali e si raddoppiano per il presidente della Giunta e del Consiglio. Paolo Frattura e Vincenzo Niro, infatti, si vedono aggiunti 3.000 euro lordi al mese. Il rimborso spese, non tassabile, ammonta per tutti a 4.500 euro ed è erogato per l’esercizio del mandato. A conti fatti, un consigliere regionale con funzioni da capogruppo, residente a Campobasso, nel mese di luglio ha percepito 6.823, 31 euro netti di stipendio. Ad agosto, dopo la presunta riduzione, ne ha intascati 7.847,50, ben 1023 in più. Del dimezzamento delle indennità, come propagandato nel video, non c’è traccia alcuna.
LUGLIO 2013 AGOSTO 2013
FONDO PER I PORTABORSE. Che fine ha fatto l’emolumento aggiuntivo dei 2.451 euro netti e non rendicontabili che spettano a ciascuno dei 21 consiglieri regionali, liquidati ai sensi della legge regionale n. 7 del 2002? Il fondo c’è e resiste. Nei mesi di luglio, prima della presunta riduzione, e di agosto, dopo la presunta riduzione, il fondo è stato regolarmente erogato e intascato. Attualmente, è in attesa di essere regolamentato con un’apposita legge – che modifichi la precedente rendendo il fondo rendicontabile – al vaglio del Consiglio regionale. In sostanza, il fondo per i portaborse non è stato abrogato. Così, dopo il mancato dimezzamento delle indennità, anche la mancata cancellazione di questo privilegio.
FINANZIAMENTO AI GRUPPI CONSILIARI REGIONALI, la moltiplicazione dei fondi pubblici. La legge nazionale parla chiaro: “L’importo complessivo da erogare a titolo di contributo annuo per il funzionamento dei gruppi consiliari, al netto delle spese per il personale, è determinato in euro 5.000,00 per ogni consigliere aderente al gruppo, a cui aggiungere una somma di euro 0.05 per abitante della regione, risultante dall’ultimo censimento“. La Regione Molise ha 21 consiglieri regionali, ben 14 gruppi consiliari e soli 313.660 abitanti. Il contributo pubblico da assegnare per il funzionamento dei gruppi è stato calcolato così: 5.000 euro per 21 consiglieri = 105.000 euro annui + 0.05 euro x 313.660 abitanti = 15.683 euro annui. Fin qui, tutto normale. Ma i 15.683 euro sono stati moltiplicati per 21, ossia il numero dei consiglieri regionali. Questa la singolare moltiplicazione effettuata dall’Ufficio di Presidenza: 0.05 euro x 313.660 abitanti x 21 consiglieri = 329.343 euro annui. Da aggiungere ai 105.000 euro, per un totale di 434.343 euro. Questa è la somma complessiva annua da dividere per ciascun consigliere: 434.343 euro/21 consiglieri = 20.683 euro. Insomma, in Molise con una popolazione inferiore, con 9 consiglieri regionali in meno della Basilicata e – addirittura – 39 in meno rispetto al Veneto, un consigliere ha 20.683 euro annui a disposizione per le spese di funzionamento del gruppo consiliare. In Basilicata ne ha 5.979, in Veneto 9.047.
”Noi elimineremo gli enti inutili e inefficienti, per il contenimento dei costi“, diceva Paolo Frattura.
ENTI SUBREGIONALI “INUTILI E INEFFICIENTI”. Nessuna cancellazione, nessuna abolizione. Enti tutti utili ed efficienti. Presidenti, consigli di amministrazione, commissioni, sedie vacanti: nel mese di agosto si è consumata la mega infornata e la maxi spartizione di poltrone. Più di cento i fortunati nominati, tra politici trombati, volti noti, amici e compagni di partito.
CONSULENZE. Il primo dei cinque incarichi conferibili come consigliere del presidente della Regione è stato assegnato all’avvocato Carmela Lalli (delibera di Giunta regionale n° 208 del 20 maggio 2013). Il compenso per l’incarico, sicuramente da far invidia a molti, ammonta a 45 mila euro lordi, senza contare i rimborsi spesa per le trasferete e gli oneri previdenziali, con i quali si arriva a un importo totale “presuntivamente determinato attorno a 65 mila euro“. Una consulenza d’oro per circa sette mesi di lavoro, considerato che l’incarico scadrà il 31 dicembre 2013. Il secondo incarico è stato affidato, con delibera n°285 del 25 giugno, al commercialista termolese Paolo Verì: “Esperto in materia bancaria, finanziaria ed economica” – si legge nel documento – individuato per “necessità di affiancamento e supporto tecnico nell’attività di qualificazione, razionalizzazione e contenimento delle spese”. Quattro mesi di lavoro, per i quali il professionista percepirà 12 mila euro netti, più rimborsi e contributi per un totale di 16 mila euro.
“Il Molise ha bisogno di verità“, diceva Paolo Frattura. Aveva davvero ragione. Eccolo accontentato.
Palmira