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Mancini: bloccare la liquidazione del super bonus ai dirigenti

Il consigliere provinciale della Destra si scaglia contro il provvedimento del presidente Mazzuto: “Assurdo prevedere 31.500 euro a testa per chi già ha una busta paga invidiabile. E poi, per far quadrare i conti, si pensa a vendere un’ala intera di Palazzo Berta. Una scelta che, peraltro, presuppone la dichiarazione di dissesto”

ISERNIA. Chiede ufficialmente il blocco retribuzioni di risultato per l’anno 2012 in favore dei dirigenti provinciali, Giovancarmine Mancini. Il consigliere della Destra in Provincia di Isernia, nel corso di una conferenza stampa da poco terminata, ha denunciato il fatto che somme ingenti, ben 31.500 euro a testa, siano state previste nei confronti di chi ha già “una consistente e invidiabile busta paga”, vale a dire Lino Mastronardi e Gabriella Petrollini. Ad autorizzarle, il presidente Luigi Mazzuto con proprio decreto, il n. 12 del 17 settembre scorso, provvedimento verso il quale aveva già espresso il proprio disappunto il capogruppo di Provincia Protagonista, Gregorio, Perna. Le somme, però, non sono ancora state liquidate. Per questo Mancini, data la crisi che strangola il tessuto economico provinciale, ha deciso di chiederne la sospensione, mettendo sotto accusa tutto il processo di revisione della spesa pubblica nell’ente di via Berta posto in essere dal suo vertice. Va ricordato che Mazzuto ha firmato il discusso decreto in ossequio alla trasmissione dei verbali sulla valutazione dei risultati dei dirigenti relativa all’anno 2012 da parte dell’Organismo indipendente di valutazione. L’organo in questione ha riconosciuto il pieno raggiungimento degli obiettivi assegnati per l’anno 2012 da parte dei due dirigenti. Tutto formalmente in regola, insomma, Mancini non lo nega di certo. Ma non può esimersi dal chiedere “di quali obiettivi stiamo parlando, di quali missioni impossibili si sono resi protagonisti, quali sono i tanto qualificati standard produttivi applicati alle funzioni della Provincia, che sono costati alle tasche dei cittadini ben 63mila euro annui”. L’ente, spiega ancora Mancini, è in grave difficoltà, ha sempre meno risorse; pertanto, “bisognerebbe concentrarle verso le emergenze e dimostrare così a chi ci governa che la Provincia funziona e non merita di essere declassata a ente di secondo livello”. Insomma, una questione di solidarietà e rispetto per le classi più deboli, considerando che in altre regioni i fondi per i premi di risultato sono stati azzerati, anche a rischio di contestazioni legali, o ridotti al massimo a 10mila euro. Per questo, secondo il consigliere provinciale, andando controcorrente Mazzuto ha dimostrato “tutta la sua inadeguatezza, cambiando assessori e nominando dirigenti, come il memorabile ‘Kakà’, Marco Zollo, che non serviva affatto e fu lautamente pagato. Poi, per far quadrare i conti, si tira fuori l’idea della vendita di un piano del palazzo della Provincia”. Roba da “scienziati della politica”, tanto più che ci sarebbe l’avallo “dei pochi assessori rimasti fedeli al presidente. Prima di fare questa scelta bisogna programmare il dissesto – tuona Mancini – altrimenti, la normativa vieta di alienare beni per far cassa”. Per finire, l’annuncio: “Continuo a lavorare alla mozione di sfiducia – conclude Mancini – Vedremo chi ha il coraggio di firmare”.

mikeante

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