E adesso Frattura apre alla Macroregione

Di seguito l’intervento che il Governatore ha tenuto oggi a Bruxelles

 

“Gentile Commissario europeo, Signora Damanaki, 
illustri ambasciatori e rappresentanti dei Governi, direttore Palma Andres, 
cari colleghi delle Regioni e delle città dell’Adriatico e dello Ionio,
 
cercherò di dare qualche spunto, evitando di ribadire concetti e considerazioni già tanto ben illustrate da chi mi ha preceduto. E nel salutare i tanti presenti, voglio ringraziare il Presidente Spacca e la Regione Marche per tutto  il lavoro svolto  e per aver fortemente costruito questo evento. 
In questi anni abbiamo condiviso, come Regioni e Enti territoriali, decine e decine di progetti di cooperazione, consolidato rapporti istituzionali e interpersonali, dato vita a network come l’Euroregione Adriatico-Ionica che è servita ad approfondire tematiche e consolidare in tutti noi la consapevolezza di dover e poter cogliere le potenzialità di un’area, quella dell’Adriatico e dello Ionio, estremamente interessante e  con molteplici opportunità di crescita economica e sociale che una solida, e prima o poi, comune casa europea esalterà.
Riconosciamo che si poteva fare di più e meglio, si potevano evitare sovrapposizioni di progetti e risorse facendo meglio interagire le giuste ambizioni dei singoli territori.
Ma è proprio questa la prospettiva positiva che ci aspetta: il disegno di una visione di lungo periodo che Istituzioni europee e Governi nazionali dovranno elaborare alzando l’asticella degli obiettivi da raggiungere.
Una strategia macroregionale, prima ancora degli interventi da porre in essere, è un cambio di passo culturale e di gestione: dai singoli protagonismi a un gioco di squadra, dall’idea di autoreferenzialità alla convinzione che solo insieme possiamo crescere tutti, dal fatto che non sempre spendere le proprie risorse, anche in maniera corretta, vuol dire valorizzarle nel miglior modo possibile.
È un salto di qualità cui siamo chiamati, innanzitutto, noi decisori politici: condividendo l’approccio e le metodologie, coinvolgendo gli attori sociali ed economici delle nostre Regioni, garantendo che anche la macchina amministrativa  sia all’altezza di questo compito.
I problemi che affronteremo sono sotto gli occhi di tutti : un’area molto vasta, Paesi molto diversi, alcuni Stati membri dell’Unione europea ed altri no, articolazioni istituzionali abbastanza disomogenee.
Ma allo stesso modo, tante sono le opportunità positive: un mercato dalle forti potenzialità, risorse ambientali e culturali di grande valore, il mare e le numerose opportunità di sviluppo, il consolidamento ed il rafforzamento dell’Europa nei balcani occidentali.
Stiamo contribuendo come Regioni, in queste settimane, a riempire di contenuti il piano d’azione: pochi punti, di grande impatto e al cui interno si possano valorizzare le specificità e le eccellenze dei nostri territori. Abbiamo già esperienze e proposte che vanno solo ricollocate e supportate  nello scenario più ampio, un contributo arriverà dai ministeri interessati così come un ottimo lavoro hanno già avviato il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, il Forum delle Città e delle Università dell’area in questione , il forte impulso dato dal segretariato della Iai (Iniziativa Adriatico-Ionica). 
Un apprezzamento particolare va al lavoro che stanno svolgendo i national contact point, per l’Italia il consigliere Vitolo del Ministero affari esteri e la dottoressa Rusca del Dipartimento per la coesione. Loro avranno il difficile compito di recepire, raccogliere e portare a sintesi, in poche settimane, tutte le indicazioni e le sollecitazioni che arriveranno.
Cercheremo, anche in questo, di facilitare il loro compito implementando, speriamo con impegno e qualità, occasioni di confronto programmate in attività previste da progetti in essere: nello specifico ribadisco che il progetto Adri.Gov, che vede la Regione Molise come lead partner, è funzionale ai nostri prossimi impegni.
Chiediamo alla Commissione europea e ai Governi Nazionali di costruire un piano d’azione chiaro, con pochi e grandi obiettivi, con una governance dei processi semplice e determinata. I temi sono incredibilmente vitali al nostro futuro. 
Non potrà esserci sviluppo senza un forte potenziamento delle reti infrastrutturali e dei trasporti ed auspichiamo che Bruxelles riconsideri, con uno sguardo più attento alla’area di nostro interesse,  le direttrici già programmate: potenziare i collegamenti su gomma e rotaia e valutare una seria politica rivolta ad una rete di aeroporti regionali, in un mondo così competitivo, farà la differenza. Non potrà esserci attrattività turistica senza promuovere la sostenibilità ambientale e la buona  conservazione dell’ecosistema esistente, da un lato, e  un’azione di bonifica dei punti di maggior criticità, dall’altra. Abbiamo eccellenze nel campo della ricerca e dell’innovazione in grado di trainare l’intera area. Abbiamo risorse, e penso alla pesca, che meglio gestite serviranno a rilanciare l’economia di riferimento. Abbiamo, infine, la necessità di governare un processo di crescita delle competenze. Non ci sarà nessuna strategia, la migliore possibile, in grado di essere  realizzata se le persone che dovranno lavorare alla concretizzazione degli interventi non abbiano capacità e formazione elevata e il più omogenea possibile nei territori coinvolti. Proprio sul tema della capacity building, avendo avuto dalle regioni italiane il compito di coordinare una possibile proposta, la Regione Molise nelle prossime settimane cercherà di articolare un’iniziativa condivisa. Il tutto con un chiaro ed unico obiettivo che abbiamo davanti: quello di finalizzare il nostro impegno a creare economia e lavoro con l’occhio rivolto, soprattutto, ai nostri giovani.
Un ultimo riferimento alle risorse: sappiamo che la Commissione non immagina finanziamenti aggiuntivi rispetto ai budget previsti dalla nuova programmazione, con senso di responsabilità siamo in linea con queste indicazioni.
Ma sappiamo anche che l’articolazione dei fondi strutturali, diversa per singole regioni, non sempre consente di intervenire su tutti i pilastri della strategia e la stessa cooperazione territoriale potrebbe non essere esaustiva. Sarà, quindi , necessario approfondire il tema di  un intervento dei Governi su eventuali strumenti complementari. 
Conosciamo l’attesa che c’è nei confronti del ruolo che l’Italia potrà e dovrà giocare nei prossimi mesi: abbiamo da offrire le nostre migliori esperienze ma dobbiamo avere la giusta umiltà nel raccogliere gli insegnamenti che vengono dai nostri interlocutori transfrontalieri , siano essi di livello nazionale o locale .
L’anno prossimo, di questi giorni, saremo nel pieno del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea e, soprattutto,  sono sicuro che ci ritroveremo di nuovo intorno a questo tavolo con un ottimo risultato raggiunto e con attese che avranno la cornice della concretezza e della realizzabilità”.