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Fra un anno Campobasso torna al voto. Ecco chi può essere il sindaco ideale per questa città

Dopo mesi in cui il dibattitto pubblico si è fossilizzato su scontrini e buste paga,  la politica deve tornare a svolgere il suo ruolo originale senza farsi travolgere dall’onda populista. Le elezioni comunali un banco di prova decisivo

 

CAMPOBASSO. Le continue polemiche scaturite negli ultimi mesi intorno ai mancati tagli ai costi della politica obbligano tutti a una riflessione seria, pacata, responsabile. Che sappia guardare oltre gli schieramenti e i colori politici e che, senza sottovalutare la necessità di ridurre anche in Molise il peso della cosiddetta cosa pubblica e senza dimenticare gli errori compiuti da una classe dirigente che aveva l’obbligo di lanciare un segnale politico chiaro e di non sottrarsi all’austerity, non si lasci troppo tentare da sirene demagogiche che non aiutano certo a far ripartire questa Regione. L’attuale dibattito ormai è fermo a scontrini e buste paga, con buona pace di chi vorrebbe parlare di lavoro e modelli di sviluppo, di pressione fiscale da ridurre, burocrazia da eliminare, di giovani e nuove strategie occupazionali. Fermiamoci, prima che sia troppo tardi. Prima che questo generale “grillismo” ci trasformi tutti in piccoli Vito Crimi. Il Molise, nota terra di avvocati, non può diventare adesso il regno dei ragionieri e dei commercialisti. A primavera si torna a votare. Si decide il futuro di Campobasso, sarebbe opportuno arrivarci attraverso confronti più costruttivi, mettendo al centro dell’attenzione problemi reali e concreti. C’è una sola lezione da imparare: l’antipolitica e la malapolitica si battono in un colpo solo con la politica, quella vera, autorevole e competente. Non con le urla e con i lanci di monetine. I partiti sappiano cogliere la delicatezza del momento ed evitino di farsi travolgere dall’onda populista. Per il Comune del Capoluogo servono persone vere, non slogan ad effetto o avvelenatori di pozzi. Candidati capaci di affrontare la macchina burocratica e amministrativa (e le sue tante contraddizioni e insidie) con consapevolezza, coraggio e – appunto – competenza. Solo così possiamo ridare un domani a questa città, che tra l’altro per sua natura non ama gli eccessi e sulla sobrietà e la serietà ha costruito la sua storia.

Jones

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