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Stop al fondo per i portaborse. Nunzia Lattanzio presenta una proposta di legge

Nuovo corso a Palazzo Moffa sull’Articolo 7. Dopo la netta presa di posizione di Cavaliere (e quella successiva di Romagnuolo), anche l’esponente Udeur si schiera dalla parte dei no e presenta una proposta di legge 

 

CAMPOBASSO. In principio fu Nicola Cavaliere. L’esponente del Pdl è stato il primo a dire no al tanto chiacchierato Articolo 7, il fondo destinato ai portaborse di Palazzo Moffa che in tempi di austerity e proteste è finito nell’occhio del ciclone insieme alle indennità dei consiglieri. Cavaliere ha fatto praticamente da apripista, perché dopo di lui anche Romagnuolo si è schierato pubblicamente contro il fondo, mentre dall’altra parte non sono mancate le polemiche e le divisioni, con l’ormai celebre scontro in maggioranza tra Totaro e il governatore Frattura. Adesso pure Nunzia Lattanzio, esponente Udeur, ha deciso di cambiare idea e ieri ha presentato una proposta di legge rubricata “Modifiche alla Legge finanziaria regionale 3 giugno 2002, n. 7”. Di seguito uno stralcio della relazione.

 “La presente proposta di legge ha come finalità la modifica del dettato normativo regionale di cui alla L.R. 3 giugno 2002, n. 7 (finanziaria regionale 2002). Con la previsione della norma di abrogazione dell’art. 7, relativo al ‘Fondo per le attività istituzionali’, si vuole dare concreto ed immediato riscontro all’emergenza economico-sociale che sta interessando la nostra Regione. Il quadro politico italiano, e la correlata congiuntura economica, suggeriscono l’accelerazione di un percorso normativo riformista finalizzato al contenimento della spesa di funzionamento e di gestione degli Enti territoriali. …considerata l’esigenza di contenere ulteriormente i costi della politica, il ‘Fondo per le attività istituzionali’, di cui al citato Art. 7 e destinato alla “stipula di contratti privatistici a termine, per collaborazioni, per fornitura di servizi specifici occorrenti e per l’assistenza ai consiglieri”, appare, seppur di indubbio ausilio al rafforzamento dell’attività del singolo consigliere, non attualmente contemplabile nel contesto di crisi in cui versa la comunità molisana tutta, e quindi necessario oggetto di apposita misura abrogativa”

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