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Bavaglio alla stampa, Frattura sconfessa l’Ufficio di presidenza: ma col ‘velo’

Il presidente si dissocia tra le righe: “Ogni consigliere, come libero cittadino, che  si senta diffamato deciderà in autonomia di tutelare la propria immagine”

 

CAMPOBASSO.  Il presidente della Regione Paolo Frattura si dissocia dall’Ufficio di presidenza e dalla delibera n. 115 che preludeva al bavaglio verso la stampa non allineata. Ecco il testo integrale del suo intervento. “Comprendiamo l’allarme che sta montando in queste ore rispetto alla delibera dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale che demanda al presidente della Giunta la tutela dell’immagine e del decoro della Regione. La libertà di stampa, di pensiero e di espressione è tutto per noi. Ecco perché tranquillizziamo subito chi si è agitato: nessun bavaglio di stampa a nessuno. I bavagli che, purtroppo, abbiamo conosciuto sono ancora lì che bruciano nei nostri ricordi. Nessuno di noi, a proposito di libertà di espressione, ha dimenticato la portata di alcune decisioni al limite del grottesco adottate in tempi recenti proprio nel nostro Molise. Farse giudiziarie alle quali il nostro governo ha posto rimedio e fine. I nuovi paladini della libertà di stampa – aggiunge – lanciano strali contro la recente iniziativa del Consiglio regionale, senza però chiedere, indagare, capire in che modo il presidente della Giunta regionale possa e voglia tutelare l’immagine e il decoro della Regione e dei suoi consiglieri”.

“A modo nostro, il solo che conosciamo: quello della verità e della correttezza di relazioni. Valori che pagano sempre. Atti trasparenti, notizie certe, fatti veri e non menzogne. Tutto a portata di tutti. L’immagine delle Istituzioni molisane – ancora il governatore – la difenderemo sempre così dagli attacchi strumentali, mendaci, esasperati e volgari, tanto in voga negli ultimi tempi. È roba, questa, assolutamente antitetica alla seria, rigorosa e necessaria critica giornalistica che è sale della democrazia. Abbiamo bisogno di una stampa che sappia sottolinearci gli errori che compiamo e compiremo: tutti, nessuno escluso. Di fronte agli sbagli segnalati siamo pronti a fare passi indietro. È giusta per tutti, per i cittadini in primis, un’informazione così, lucida e critica. E in giro la riconosciamo ogni giorno con il rigore e l’impegno di tantissimi professionisti che non hanno bisogno di gettare fango addosso a nessuno per recuperare argomenti di cronaca.

Ogni consigliere, come ogni libero cittadino, che poi si senta diffamato, deciderà in autonomia di tutelare la propria immagine. La querela è lo strumento che la legge offre per rispondere alla diffamazione. Lo offre a tutti, anche a un presidente di Regione, che, quando dichiara in un’intervista: “Ho capito che rispetto a certe situazioni si può andare anche oltre la querela e quindi mi sono attivato perché ritengo che a tutto ci sia un limite”, dopo aver visto la sua vita privata e lavorativa e i suoi affetti più cari ricoperti pubblicamente di falsità e ingiurie grevi, fa riferimento esclusivo agli altri strumenti giudiziari previsti dal Codice penale. La denuncia, per esempio. Nulla di più. Pure questa è libertà. Certi tempi – conclude il presidente della Regione – quelli delle rassegne stampa censurate, fortuna nostra, appartengono al passato. Possiamo stare tutti sereni. Quella storia è stata archiviata dagli elettori molisani”.

 

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