HomeNotizieCRONACACastel S. Vincenzo, i vigilantes non chiudono l'area

Castel S. Vincenzo, i vigilantes non chiudono l’area

Per accogliere chiunque voglia visitare il sito archeologico a dispetto dei provvedimenti della dirigenza regionale dei beni culturali. Intanto, dopo la mobilitazione promossa da Emilio Izzo (Uilbac), l’onorevole Leva annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro Bray

 

CASTEL SAN VINCENZO. Continueranno a prestare servizio presso l’area archeologica di San Vincenzo al Volturno i  due addetti alla vigilanza del sito, anch’essi trasferiti ad Isernia insieme ai loro colleghi tecnici per ordine della soprintendenza ai beni culturali del Molise. Lo rende noto il segretario regionale Uilbac, Emilio Izzo, che per primo è insorto contro il provvedimento definito “di pirateria culturale”, disposto dalla dirigenza regionale. Lunedì mattina ha avuto luogo la protesta davanti ai cancelli tristemente chiusi della meravigliosa area archeologica monastica, alla presenza di undici amministrazioni comunali, due consiglieri regionali, un deputato e delle organizzazioni sindacali proponenti la mobilitazione. 

Un'immagine dell'aera archeologica di Castel San Vincenzo
Un’immagine dell’aera archeologica di Castel San Vincenzo

I consiglieri regionali Scarabeo e Cotugno hanno aderito alla protesta e hanno dichiarato la volontà di farsi parte attiva all’interno di Palazzo Moffa per trovare ogni utile strumento atto a superare l’impasse. Mentre l’onorevole Leva, oltre alle preoccupazioni scaturite dall’ultima disposizione dirigenziale, ha comunicato ai presenti la volontà di adoperarsi per giungere ad una soluzione logica ed utile allo sviluppo dell’area, nonché l’intenzione di presentare un’interrogazione parlamentare al ministro Bray sulla questione specifica di San Vincenzo e sui beni culturali molisani in generale. In particolare, a dispetto di ogni presa di posizione della dirigenza, i due ‘vigilantes’ terranno aperti i cancelli per accogliere chiunque voglia visitare il sito, anche in assenza di una sede, di riscaldamento, di un telefono, di un fax, di collegamento internet e di sicurezza. Con loro, ovviamente, ci sarà anche Izzo, che torna a puntare il dito contro i silenzi della dirigenza nazionale del settore dei beni culturali, che “prenderà le denunce presso le procure competenti per omissione, connivenza e copertura di storture amministrative palesi e gravi”. 

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