Cari molisani, il film di Checco un senso non ce l’ha. E una risata non ci seppellirà

La nostra Regione in fondo fa solo da sfondo a un film, Sole a catinelle, nato per combattere la crisi su più fronti. 

 

CAMPOBASSO. Troppo. Ecco, se proprio vogliamo trovare un difetto al film che sta facendo scompisciare dalle risate gli italiani, sorridere gli addetti ai lavori e gli esercenti (gli incassi di questi giorni fanno dimenticare la crisi nera del settore che dura da anni) e incazzare i molisani (che però non rinunciano a riempire la sale locali), possiamo tranquillamente sentenziare che Checco Zalone stavolta esagera. Non nella presa in giro (quella è compresa ovviamente nel prezzo), ma nel voler a tutti i costi accavallare battute, situazioni, argomenti, personaggi, verità. Così l’opera di dissacrazione dell’attualità rischia di spingersi forse verso confini surreali e di delegittimare la sua forza “distruttrice”. Va bene, ma a questo noi interessa relativamente. Anzi, ci fa gioco. E scopriremo presto il perché. In sala, come già ricordato piena di molisani, si ride eccome. Forse un po’ meno dinanzi alla caricatura di una regione arretrata, popolata soltanto da anziani tirchi che hanno l’incubo della bolletta dell’Enel e conservano in casa televisori e telefoni degli anni ’60. Ma in fondo il Molise fa solo da contorno a questa commedia bizzarra che in pieno stile Zalone ridicolizza la realtà. Tutta. Dalle trasmissioni alla Santoro alla borghesia “illuminata”e di sinistra, dalle psicologhe a una classe industriale corrotta, spregiudicata e piena zeppa di paradisi fiscali. Miseria (il Molise) e Nobiltà (Portofino) si sovrappongono per tenere testa alla trama ma alla fine fanno solo da sfondo. Nulla più. Perché Checco (volontariamente o no) esagera e manda in frantumi le speranze di quelli che vorrebbero a tutti i costi ricavare un senso, una “denuncia”, una morale anche da film scaccia crisi come questi. Rilassatevi: è tutto un gioco, divertentissimo e pure redditizio. Ai molisani che maledicono il comico pugliese non resta quindi che farsi una bella e sonora risata.

 

“Si cresce davvero la prima volta che si ride di se stessi”

Ethel Barrymore

 

 

Jones