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Piano scolastico, Di Lucente: beghe di paese, la Provincia non ha fatto il tifo per nessuno

L’assessore all’Istruzione smorza le polemiche e spiega: linee guida rispettate, la Regione non può fare stravolgimenti. Al massimo, può essere rimandato indietro il documento e richiesta una nuova convocazione dei sindaci

 

ISERNIA. Continua il botta e risposta tra Provincia e Comune di Isernia sul piano di dimensionamento scolastico. Dopo la nota stampa del consigliere comunale Giacomo d’Apollonio che, d’intesa con 10 colleghi del centrodestra, bocciava il documento varato dalla conferenza dei sindaci perché, privando Isernia di una dirigenza, avrebbe eccessivamente penalizzato il capoluogo, è intervenuto l’assessore provinciale all’Istruzione, Andrea Di Lucente, che ha voluto puntualizzare una serie di circostanze.  “La Provincia non deve tutelare solo la città di Isernia, ma l’intero territorio – ha esordito – Non capisco proprio cosa ci sia di inaccettabile nel concedere una dirigenza a Castelpetroso, visto che, è bene chiarirlo, a Isernia non viene chiusa nessuna scuola. Non saranno, poi, gli alunni isernini a doversi spostare a Castelpetroso, ma quelli dei comuni più piccoli. Dunque, il problema riguarda, al massimo, qualche insegnante. Mi pare che qui si stiano facendo beghe di paese, vecchie di decenni, il cui unico risultato prodotto finora, a livello regionale, è che il Molise è l’unico in Italia a non avere, ad oggi, un piano scolastico regionale”. L’assessore ha poi spiegato come la Provincia abbia avuto un ruolo marginale, nel contesto del licenziamento del piano scolastico. “L’ente di via Berta fungeva da coordinatore, è vero – ha argomentato Di Lucente – ma il Piano viene fuori dall’assemblea dei sindaci e noi abbiamo fatto solo una presa d’atto in Giunta, senza fare il tifo per nessuno, tant’è che in sede di voto ci siamo astenuti. All’interno della conferenza dei sindaci, torno a ripeterlo, il primo cittadino di Isernia è stato silente. E della questione – ancora l’assessore all’Istruzione – tranne i consiglieri Fabrizio e Cutone, nessuno si è mai interessato prima d’ora. Dunque, non capisco quest’improvviso risveglio e spero che non ci siano interessi particolari da difendere, parte di qualcuno. Le linee guida della Regione sono state rispettate in pieno, tranne nel caso di alcune deroghe ottenute tramite emendamenti dei sindaci. Ora, tanto per mettere la parola fine alle polemiche, voglio precisare che la Regione, al riguardo, può fare ben poco: stravolgere il Piano non si può. Al massimo, si può rimandarlo indietro e chiedere alla Provincia la riconvocazione dei sindaci”. Di Lucente ha ricordato anche come, agli atti, esista un emendamento del primo cittadino di Venafro, Antonio Sorbo, che sostiene come, qualora il documento approvato torni indietro, si debbano applicare le linee guida regionali in toto. Ciò vuol dire “che a Isernia non può toccare in nessun modo una terza dirigenza, e che nessuna scuola dei paesi limitrofi può essere aggregata al capoluogo, come ad esempio Miranda. L’ipotesi prospettata da Sorbo, dunque, significherebbe che Miranda non potrebbe più stare con Isernia, cui resterebbero tre dirigenze di istituti superiori e due di altri tipi di scuole”. Insomma, per Di Lucente si starebbe alzando un polverone solo per ragioni di campanilismo. Eppure, l’assessore resta fiducioso: “Non a caso – conclude – la dottoressa Giuliana Petta dell’Ufficio scolastico regionale, in sede di voto, si è espressa a favore del Piano”. Al di là di tutto, resta un dato: l’evidente scollamento del centrodestra in provincia d’Isernia, sempre più privo di una guida, con l’opposizione al Comune che va a confliggere con le scelte della maggioranza in Provincia, nonostante lo stesso colore politico. 

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