I Dirigenti provinciali e regionali: “Il progetto contrasta con le linee programmatiche presentate dallo stesso Frattura in Consiglio regionale”
CAMPOBASSO. “Il progetto “Gran Manze”, proposto dalla Granarolo, contrasta con le linee programmatiche della Regione Molise, fissate in Consiglio Regionale dal Presidente Frattura, all’atto dell’insediamento del Governo Regionale del Molise.” E’ uno dei punti di forte criticità che i Dirigenti Provinciali e Regionali della Coldiretti Molise hanno evidenziato, durante l’incontro avuto con l’Assessore Regionale alle Politiche Agricole, Vittorino Facciolla. Le linee programmatiche impegnavano il Governo Regionale ad “Attenzione verso il territorio, inteso come risorsa irrinunciabile, valore di riferimento e potenziale fattore di sviluppo, che diventerà uno degli elementi chiave per la definizione delle diverse politiche settoriali.” Esse fissavano che “L’Agricoltura concorre direttamente alla filiera turismo-ambiente-cultura con la cura del territorio, con la caratterizzazione del paesaggio agrario in continuità con le aree naturali di particolare valenza naturalistica ed ambientale, integrandola con i prodotti di qualità da utilizzare come elementi di attrazione importanti per la nostra Regione.” I Consigli Provinciali di Campobasso ed Isernia, e regionale di Coldiretti, in seduta congiunta, hanno sottolineato che un insediamento, pseudo industriale, che prevede la costruzione ex-novo di un mega-impianto per 12.000 manze, che non implementa la gamma dei prodotti agroalimentari molisani, che crea grosse perplessità di sostenibilità territoriale, è incompatibile con uno sviluppo rurale ecosostenibile, e penalizzante per le imprese agricole esistenti, che hanno investito in produzioni per cui il territorio è vocato, come oliveti e vigneti. “Il progetto Gran Manze, – ha evidenziano Vittorio Sallustio, presidente di Coldiretti Molise – come abbiamo indicato già da giugno scorso, è funzionale solo ad incrementare la produttività delle mega-stalle del nord, penalizzando la filiera lattiero-casearia del Molise. Infatti, demandando al Molise l’onere della crescita delle vitelle, nei primi due anni di vita non produttivi ai fini della lattazione, le grandi stalle del nord, che hanno difficoltà ad accrescere i loro stabilimenti per limiti di sopportabilità dell’impatto sul territorio, libereranno immediatamente box in stalla, ed al posto delle vitelline, inviate in Molise, metteranno vacche già in lattazione, aumentando immediatamente la propria produzione di latte, ed indirettamente di formaggi e latticini industriali, che faranno concorrenza, forti di grandi economie di scala, anche ai prodotti tradizionali del Molise.” “Ci sono poi, – dichiara Roberto Scano, direttore della Coldiretti Molise – tutte le gravi problematiche di impatto ambientale del mega-impianto, con la sottrazione al territorio ed alle aziende agricole esistenti di risorse non replicabili, come l’acqua e la sostenibilità dei nitrati. Vi è poi l’aumento vertiginoso dei rischi di infezioni, causato dall’arrivo di migliaia di vitelline, provenienti da diverse stalle e contesti produttivi, che aumenteranno in modo esponenziale il rischio contagio, per contrastare il quale, senza abbatterlo, occorrerà fare ricorso ad intensi trattamenti preventivi.” L’Assessore Facciolla ha fatto il punto sull’attività del suo assessorato, con particolare riferimento alla programmazione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Ha poi preso atto delle posizioni della Coldiretti Molise, ed ha dichiarato che il suo assessorato, dopo aver valutato il progetto di massima “Gran Manze” in base alla documentazione fornita, ha registrato la possibilità di criticità per l’impatto socio-economico ed ambientale ed ha chiesto ulteriori specifiche per una opportuna valutazione più approfondita. I Consigli congiunti della Coldiretti Molise hanno espresso estremo sconcerto per l’operato della Regione che ancora non dà risposte concrete alle esigenze economiche delle imprese agricole, esponendole al fallimento per crisi di liquidità a fronte di attese di pagamenti da parte dell’Ente Regione, come nel caso degli indennizzi per i danni da siccità del 2007 o il pagamento del servizio reso per la spalatura neve o il pagamento dei risarcimenti per danni da cinghiali ed animali selvatici, ma è estremamente solerte nel trovare le risorse per coprire in bilancio i premi di reinserimento dei consiglieri non eletti lo scorso febbraio 2013. I Dirigenti di Coldiretti Molise si sono uniti al minuto di raccoglimento, fatto osservare all’aula dall’ultimo Consiglio Regionale per le vittime della immane tragedia che ha colpito le Filippine, auspicando che la Regione Molise si ricordi anche delle migliaia di aziende agricole molisane vittime dei ritardi nei pagamenti della Regione.