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Mazzullo: “Complotto contro di me. Ma a Isernia torno anche gratis”

Il mister svela i retroscena del suo allontanamento: “Lo staff tecnico il mio vice mi hanno messo la squadra contro”. Ciononostante, auspica di poter ricominciare ad allenare i biancocelesti, ma in tal caso ‘archivierebbe’ Scagliarini: “Dopo ciò che ha detto sul mio conto, dovrà farsi da parte”

 

CATANIA. Vittima di un complotto. Ma pronto a tonare in sella, anche gratis, perché ormai è stato conquistato dai colori, dalla città, dalla tifoseria. Santo Mazzullo si sente ancora l’allenatore dell’Isernia Fc. A pieno titolo, nonostante gli ultimi accadimenti, che lo hanno visto fare ritorno a Catania senza essere più richiamato dalla società. Ora che l’era Battiloro si è ufficialmente conclusa, Mazzullo vorrebbe tornare ad allenare i biancocelesti. Il mister si è affezionato alla squadra e crede fermamente nella salvezza. Auspica una rivoluzione, da dicembre, con ragazzi che abbiano “fame e voglia di crescere”. E, dopo le recenti dichiarazioni del suo ‘secondo’, Massimo Scagliarini, decide di passare al contrattacco. “Se torno in panchina, Scagliarini deve andarsene. Non doveva permettersi di dire certe cose sul mio conto, per cui dovrà farsi da parte”. Mazzullo giura di non aver mai sminuito il lavoro del suo vice, anzi. “L’ho reso partecipe del lavoro – dichiara – perché sono una persona che ama coinvolgere. Ho mostrato disponibilità a farlo partecipe delle scelte e gli ho anche riconosciuto, senza problemi, una certa esperienza tecnico-tattica”. Poi svela un retroscena: “Appena arrivai a Isernia, De Benedictis e Guarino volevano mandare via Scagliarini e il resto dello staff tecnico. Mi opposi, volli prima valutarne le capacità. Dopo averne riconosciuto l’effettiva validità, chiesi di farli rimanere. Ma forse il mio errore più grande – commenta con evidente rammarico Mazzullo – è stato proprio questo. Dopo la partenza di De Benedictis da Isernia, Scagliarini mi chiese se sui giornali poteva comparire anche il suo nome accanto al mio: una sorta di coabitazione in panchina, che gli avrebbe fatto riguadagnare la visibilità persa a seguito del mio arrivo. Non so bene a cosa si riferisse visto le tre sconfitte di seguito, ma gli diedi il mio consenso, per me non c’era alcun problema”.  Ma da dove nascerebbe il complotto, allora? “Il giorno in cui De Benedictis è andato via, capitan Tufano mi disse che la squadra voleva che io rimanessi. Quell’occasione, se i giocatori davvero non mi avessero voluto, sarebbe stata l’ideale per farmi allontanare. Ma non è avvenuto. Eppure, passato qualche tempo, lo stesso Tufano, inspiegabilmente, a stento mi salutava. Impossibile un cambio così repentino senza una ragione di fondo: qualcuno ha messo i giocatori contro di me”. Ma chi? Mazzullo non si nasconde: “Il team manager Bucci, il preparatore dei portieri Romagnini e il mio vice Scagliarini, con il quale non c’è più alcuna possibilità di lavorare insieme. Avrà anche un’esperienza di 25 anni, che io non ho: ma nel calcio contano i risultati e 7 punti l’Isernia li ha fatti con me in panchina”. Mazzullo giudica incomprensibile, poi, la volontà del ‘secondo’ di accontentarsi di tornare a fare il suo vice, se davvero gli fosse permesso di tornare ad allenare la squadra. “Dopo quello che ha detto nei miei confronti, se tornassi io dovrebbe dimettersi. Mi ha attaccato sul personale, anche per la storia degli assegni. E’ vero che ne ho messi a disposizione diversi, ma l’ho fatto per amore di allenare. De Benedictis mi aveva garantito che avrebbe avuto liquidità da ottobre e mi sono fidato. Sbagliando. Ma quei soldi sono stati utilizzati per pagare una serie di spese, tra cui l’albergo e l’acquisto di un pulmino”. L’allenatore siciliano rivendica poi il merito di aver riportato l’uomo simbolo dell’Isernia, Nicola Panico, ad indossare la casacca biancoceleste: “Alla squadra – argomenta Mazzullo – serviva un attaccante. Gli ho chiesto di tornare, ha accettato e i risultati si sono visti, fin dalla prima partita con l’Agnone. E con lui, checché ne dica Scagliarini, ci siamo sentiti varie volte su Facebook”. Chiarito ciò, il mister aggiunge solo di essere tornato a Catania per stare un po’ con la sua famiglia, non certo perché volesse andarsene da Isernia.  “Ho perfino lasciato la mia valigia e altri oggetti personali in albergo. Ora la nuova società decida pure quel che vuole – conclude – ma l’allenatore dell’Isernia sono io e sono fiero di esserlo”.

mikeante

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