L’ex premier, ieri a Monteroduni per tirare la volata a Cuperlo, non risparmia strali al sindaco di Firenze. E Leva sgonfia il caso delle tessere lievitate a Isernia, sollevato da Civati
MONTERODUNI. E’ quasi una sfida a singolar tenzone, quella lanciata da Massimo D’Alema al sindaco di Firenze Matteo Renzi, dal salone del castello Pignatelli di Monteroduni, Quella del ‘rottamatore’ è una figura che preoccupa e non convince il leader Maximo, ieri sera in Molise – prima a Campobasso, poi appunto Monteroduni – per tirare la volata a Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria nazionale del Pd e dominatore in Molise nella competizione a quattro. Cuperlo, spiega D’Alema, paga lo scotto di essere stato, fino a due mesi fa, sempre dietro le quinte del Pd, maha il pregio di piacere a tantissimi giovani del partito.
L’ex presidente del Copasir, tra stoccate ironiche ma non solo, non fa mistero della sua profonda diffidenza in un personaggio come Renzi, “che ha dalla sua editori di grandi giornali e potentati economici, e che non rinuncia a candidarsi a sindaco della sua città pur volendo occuparsi della guida del primo partito d’Italia, che bisogna gestire a tempo pieno”. Evoca dunque il conflitto d’interessi, D’Alema, e la mancanza di par condicio: anche per Renzi, come per Berlusconi. Cita Papa Francesco, che ha invitato a “diffidare dei falsi Messia e dei Santoni”. Si dice rammaricato del fatto che un segretario come Renzi “possa arrivare molto indebolito all’appuntamento con la candidatura a premier”. E, quasi citando il rivale di una vita, Berlusconi, si dice “profondamente addolorato” del fatto che alcuni storici leader della sinistra e del Pd siano passati, armi e bagagli, con il sindaco fiorentino. Li cita uno per uno, l’ex premier: nomi pesanti, come Veltroni, Fassino, Bassolino, Fioroni, Franceschini. Tutti sul carro del probabile vincitore, anche se D’Alema crede in una partita ancora aperta, per le Primarie dell’8 dicembre. In ogni caso, se ci fosse un’affermazione plebiscitaria del ‘rottamatore’, ribadisce quanto detto all’Unità nei giorni scorsi: c’è da temere una disaffezione di massa da parte di tanti iscritti.
Se possa essere preludio di una scissione con conseguente formazione di un nuovo soggetto politico, non è dato saperlo, ma nemmeno si può escludere, anche se per ora D’Alema non lo dice. La convinzione, in ogni caso, è che anche con Renzi “il Governo Letta andrà avanti”. Accanto a lui ci sono, tra gli altri, il neo segretario provinciale del partito, Alfonso Di Iorio e, il parlamentare molisano Danilo Leva. Proprio quest’ultimo ha riservato anche una battuta sul caso delle presunte tessere ‘gonfiate’ dal circolo isernino del Pd, sollevato da Pippo Civati, dicendosi pronto a tutelare l’immagine di tanti volontari in ogni sede, anche legale. “Gli iscritti a Isernia regolarmente registrati sono poco più di mille e hanno votato in 823 – queste le sue parole – Civati prima di urlare magari dovrebbe chiedere ai suoi informatori di informarsi meglio ed evitare illazioni, perché a questo congresso hanno lavorato decine di volontari e quell’impegno non può essere infangato da nessuno. Per loro sono pronto a tutelare l’immagine del mio partito in ogni sede, non si gioca sull’onestà delle persone”.
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