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Ittierre, futuro anglo-cinese in vista: Bianchi potrebbe cedere tutto

L’INDISCREZIONE/ Lettera di intenti di due società, una di Londra e una di Hong Kong: il tramite sarebbe l’imprenditore isernino Mauro Gagliardi, noto per il dispositivo capace di restituire, in parte, la vista ai ciechi. Tavolo ministeriale aggiornato al 18 dicembre: il sindacalista Di Trocchio spera nel riconoscimento, da parte del governo, del distretto produttivo Bojano-Isernia-Venafro quale area di crisi. Disavventura per i dipendenti andati a Roma: in treno, al ritorno, sono stati costretti a tenere gli ombrelli aperti

 

ISERNIA. La nuova Ittierre potrebbe parlare anglo-cinese. Sarebbero due, infatti, i partner pronti a rilevare – a quanto pare in toto – il polo tessile di Pettoranello. Non un nuovo socio, per Bianchi, ma due: una società di Londra, l’altra di Hong Kong, una delle quali specializzata in alta moda. Ma non è neanche detto che i nuovi ingressi si accontenterebbero soltanto di affiancare il patron di Ittierre. Al momento sono solo indiscrezioni: ma le due società di capitali esteri avrebbero presentato una lettera di intenti nella quale punterebbero al cento per cento dell’azienda. A far da tramite all’operazione, l’imprenditore dell’azienda isernina Advanced Medical Services, Mauro Gagliardi, già noto per i suoi contatti internazionali, in special modo in Asia, e per la produzione di una tecnologia rivoluzionaria destinata ai ciechi assoluti primari e secondari. Per ora, si soltanto che il gruppo punterebbe, nell’arco di due anni, al riassorbimento dell’intera manodopera aziendale.

 

Ittierre, futuro anglo-cinese in vista: Bianchi potrebbe cedere tutto
Al centro, Francesco Di Trocchio (Femca Cisl)

Per fare ciò, dunque, toccherebbe studiare un piano di ammortizzatori sociali che garantisca seriamente i dipendenti. Ma al di là dei possibili acquirenti, quella di oggi, per Bianchi, doveva essere la giornata della presentazione, presso il tavolo tecnico del ministero dello Sviluppo economico, delle linee programmatiche inerenti al piano industriale. In altre parole, di un documento che, per grandi linee, disegnasse la nuova era di Ittierre: altri soci, forza lavoro da riassorbire, marchi e strategia economica. Invece, come riferisce Francesco Di Trocchio della Femca Cisl, nulla di tutto questo. Per l’azienda era presente l’amministratore delegato Giovanni Petrollini insieme a due consulenti, mentre il patron non c’era. Come previsto, l’ad ha ufficializzato al ministero l’intento di voler chiedere una proroga al giudice di Isernia – rispetto al termine fissato al 26 novembre – per la presentazione del concordato preventivo. In più, avrebbe fatto sapere, senza troppi particolari, di voler ripartire da quattro licenze già in portafoglio, che sarebbero via via affiancate da nuove produzioni in modo da riassumere il personale. Obiettivo: in tre anni, un milione di capi prodotti.

 

Per il resto, il tavolo ministeriale è stato aggiornato al 18 dicembre, non senza l’avallo ai commissari governativi – Chimenti, Ciccoli e Spada – di escutere la fideiussione da 12 milioni di euro. Si allontana sempre più, invece, l’ipotesi che la Regione Molise eserciti le opzioni sul 51 per cento delle azioni, come lasciato ampiamente intuire, mercoledì scorso, dal governatore Paolo Frattura ai dipendenti nell’incontro tenutosi in Municipio a Isernia. A proposito: per quanti di loro hanno partecipato all’incontro di stamani a Roma, il viaggio di ritorno, in treno, è stato di quelli da ricordare negli anni a venire. Con l’ombrello aperto, perché il tetto del vagone ‘imbarcava’ acqua. Purtroppo, è proprio il caso di dire che piove sul bagnato. I lavoratori potranno consolarsi, per modo di dire, con la mensilità di dicembre, che sarà erogata in proporzione al monte ore di lavoro effettuato. Come la tredicesima, che sarà percepita relativamente ai ratei maturati.

 

Di Trocchio, dal canto suo, sposa l’idea dell’assessore Michele Petraroia: “E’ necessario che il governo riconosca quale area di crisi il distretto produttivo Bojano, Isernia e Venafro – ha concluso – aprendo una sede istituzionale di verifica a Palazzo Chigi e programmando misure straordinarie di intervento”, finalizzate alla reindustrializzazione del territorio e al riassorbimento delle 2 mila unità lavorative espulse dalle filiere in crisi del tessile, dell’avicolo e del metalmeccanico.

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