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Portaborse, il fondo della discordia: ma quale abrogazione? E lo show continua

Niente abrogazione nonostante la proposta di legge della consigliera Udeur Nunzia Lattanzio: in I commissione  venne clamorosamente bocciata da Francesco Totaro (Pd) – in estate si diceva favorevole all’elimininazione del fondo – Cristiano Di Pietro (Idv) e Salvatore Micone (Grande Sud), membro dell’opposizione ma sul tema particolarmente vicino alle posizioni del centrosinistra. Spuntano le prime richieste di un assessore e due consiglieri regionali per l’assunzione di propri collaboratori.

 

CAMPOBASSO. Una doppia piroetta con avvitamento su se stessi: sull’articolo 7, il famigerato fondo per i portaborse, i consiglieri regionali del Molise e il governatore Paolo Frattura tirano fuori ‘numeri’ da far invidia a Nureyev. E’ di oggi la notizia – proveniente da fonti accreditate – che i 2.451 euro più famosi della storia del Molise , oggetto di ben due sortite delle ‘Iene’ in Consiglio regionale in poche settimane, non saranno più abrogati, come era stato fatto credere fino a pochi giorni fa. Il nuovo indirizzo è marciare spediti verso la contrattualizzazione –  finora non era obbligatoria  – dei collaboratori di assessori e consiglieri. Solo oggi, infatti, a Palazzo Moffa sarebbero pervenute tre richieste di assunzione (una per un assessore, due per altrettanti esponenti della maggioranza di centrosinistra). ‘Roba’ di schizofrenia politica, vera e propria schizofrenia politica, come è facile ricordare. 

Paolo Calabresi e Cristiano Di Pietro

CRONISTORIA DI UN PRIVILEGIO. L’articolo 7 della legge 7 del 2002, la Finanziaria regionale dell’epoca, su proposta del consigliere regionale della Margherita Tommaso Di Domenico, introduceva un fondo esentasse e non rendicontabile pari a 2.451 euro in favore di tutti i componenti del Consiglio regionale. Undici anni dopo, a luglio del 2013, la Regione Molise guidata da Paolo Frattura è costretta ad adeguarsi al decreto Monti sui costi della politica, il n. 174 del 2012. Ma è l’ultima a farlo – tra l’altro senza diminuire affatto le indennità, i rimborsi spese e tutte le altre voci che compongono la ricca busta paga di un inquilino di Palazzo Moffa, pari a 1o.500 euro lordi – come evidenziato più volte da ‘Isernianews’ e pochi altri organi di stampa. E’ il 29 luglio quando, in Consiglio regionale, viene alfine approvata la legge che recepisce il decreto Monti, ma l’articolo 7 non viene toccato. Così, ad agosto, in palese contrasto con la legge nazionale, quasi tutti i consiglieri continuano a intascare “impropriamente”, come ammetterà lo stesso Frattura a novembre ai microfoni delle ‘Iene’ – i 2.451 euro non dovuti, che vanno restituiti alle casse della Regione.  Proseguono i martellamenti mediatici, ma il presidente della Regione, in merito, fa orecchie da mercante.   A novembre, la svolta: a Campobasso piomba la ‘Iena’ Paolo Calabresi, che proietta sulla scena nazionale la balbuzie degli intervistati a Palazzo Moffa, assolutamente impreparati a chiarire i motivi del percepimento di soldi che non potevano essere presi. Nasce un fenomeno mediatico, quello di ‘Vincenzo il portaborse’, collaboratore dell’assessore Facciolla che nega rapporti di lavoro con l’ex sindaco di San Martino in Pensilis facendolo precipitare nell’imbarazzo più totale. Qualche giorno dopo, seguirà la divulgazione di un contratto ex articolo 7 che dimostrerebbe – in teoria – che Facciolla sarebbe uno dei pochi, se non l’unico, a pagare il suo collaboratore Vincenzo realmente con il fondo per i portaborse e non con i soldi del gruppo. 

L’assessore regionale Vittorino Facciolla

Una settimana dopo il blitz, l’eco delle polemiche non si placa e Frattura corre ai ripari.  In aula arriva una proposta di legge a firma sua e del presidente dell’assise Vincenzo Niro: il fondo per i portaborse, in virtù della legge n. 20 del 12 novembre 2013, chiamata ‘Fondo per le attività istituzionali e i collaboratori dei consiglieri’ , diventa così rendicontabile.  Polemica finita? Niente affatto. Passano altri 7 giorni, e in Consiglio regionale rispunta Paolo Calabresi: Facciolla e il contratto a Vincenzo mostrano più di una lacuna, i dubbi restano, la toppa, per dirla con la ‘Iena’, è peggio del buco.  Sul web impazzano le richieste di dimissioni dell’assessore all’Agricoltura, i consiglieri del Movimento Cinque stelle presentano anche un’interrogazione. Frattura, però, al riguardo tace. Ma la figuraccia è di quelle che resteranno ad aeternum, dunque la musica cambia: ai microfoni di Mediaset, il presidente assicura che “quando tutta la maggioranza vi rinuncerà, cancelleremo definitivamente” l’articolo 7. Pochi giorni dopo, infatti, riunisce la maggioranza e all’improvviso ci ripensa: il centrosinistra, dopo tanto penare, punta ad abrogare il privilegio dei 2451 euro. Al vertice di maggioranza – clamorosamente – non è invitata Nunzia Lattanzio dell’Udeur, l’unica ad aver presentato la proposta di abrogazione del fondo per i portaborse in prima commissione; proposta che, neanche a dirlo, viene stoppata dal voto contrario di Cristiano Di Pietro (Idv), Francesco Totaro (Pd) e  Salvatore Micone (Grande Sud). Abrogazione, insomma.  E invece no.  Indiscrezioni riferiscono che venerdì prossimo, 29 novembre, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale potrebbe approvare una delibera – già in cantiere – che disciplina le forme di contrattualizzazione del personale da assumere. Una competenza attribuita a Niro & co. proprio dalla legge regionale n. 20 approvata dall’Aula due settimane fa.  Dunque, niente più abrogazione. E chissà che il rinvio del Consiglio regionale – ufficialmente causa neve – non abbia fatto guadagnare tempo per preparare l’infornata di portaborse, questa volta finalmente con un contratto in regola. 

mikeante

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