HomeREGIONEUniversità, gli studenti: sospendere l'attivitità didattica per domani

Università, gli studenti: sospendere l’attivitità didattica per domani

Per rivendicare più fondi per l’istruzione pubblica nel giorno dell’incontro previsto tra il ministro Carrozza e i rettori delle università meridionali

 

CAMPOBASSO. Gli studenti dell’università del Molise chiedono la sospensione dell’attività didattica per l’intera giornata del 28 novembre. La richiesta viene sottoposta direttamente al magnifico rettore Gianmaria Palmieri, con l’obiettivo di prendere parte alla riunione dei rettori delle università meridionali con la ministra Maria Chiara Carrozza, che si terrà proprio nella giornata di domaniì. La proposta nasce dalla considerazione che le politiche universitarie degli ultimi anni hanno perseguito una linea mirata all’indebolimento del sistema universitario pubblico. I continui definanziamenti e le manovre restrittive hanno penalizzato sempre più l’istruzione e la ricerca. “La risposta dei governi nazionali a tali criticità – si legge nell’appello presentato al rettore – non si è manifestata in un aumento della spesa e in una migliore assegnazione delle risorse, ma nel voler portare il mondo universitario ad una sterile e autolesionista competizione tra atenei. L’ingresso in campo dell’Ava (Autovalutazione, valutazione e accreditamento del sistema universitario), confusa e lontana da una vera valutazione di merito, e dei criteri di attribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario hanno reso palese l’intento di realizzare ex ante atenei di serie A e B, senza una partenza ‘alla pari’. Al definanziamento si è poi aggiunto, con decreto ministeriale ‘punti organico’, un ulteriore restringimento del turn over già inasprito dal governo Monti”. Pertanto, nasce la constatazione che gli atenei del Centro Sud, tra cui l’ Unimol, sono i più penalizzati con un turn over di poco inferiore al 7 per cento, tra i più bassi d’Italia. Nell’appello degli studenti molisani sono elencati anche gli altri problemi che affliggono l’ambiente universitario. Infatti si legge: “Da un lato i finanziamenti per il diritto allo studio sono scarsi (inaspriti ulteriormente dal decreto legge ‘istruzione’), dall’altro i fondi ordinari assegnati  raggiungono i minimi nazionali (-10 per cento nell’ultimo quadriennio). Tale attacco concentrico mette in crisi una  realtà territoriale che vede nell’università uno dei pochi vettori di sviluppo e di crescita”. Per tali ragioni gli studenti chiedono di prendere parola e rivendicare l’introduzione nella ‘Legge di stabilità’ di una clausola di salvaguardia all’interno del decreto Punti Organico 2013; l’aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario e del Fondo Ordinario per gli Enti di Ricerca, che consenta un vero rilancio di didattica e ricerca ed un pesante incremento del Fondo Integrativo statale per il diritto allo studio; l’avvio di un percorso partecipato coinvolgente l’intera comunità accademica nazionale, che conduca alla stesura di una riforma dell’università italiana in grado di restituirle il carattere della democrazia e della pubblicità.

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