Civati suona la carica: “Vinciamo noi. Ma senza legge elettorale, Pd destinato al 15 per cento”

Il candidato alla segreteria nazionale a Isernia per un incontro con i cittadini: frecciate a Renzi e Cuperlo e la promessa di rottamare “le solite facce”

 

ISERNIA. A voler salvare la Cancellieri è stato Giorgio Napolitano. E senza una riforma seria della legge elettorale il Pd, in futuro, non andrà oltre il 15 per cento. Non usa mezzi termini Pippo Civati, candidato per la segreteria nazionale del Pd alle Primarie di domenica 8 dicembre. Intervenuto ieri sera prima a Termoli e poi a Isernia, nella sala meeting dell’hotel ‘Sayonara’, l’onorevole lombardo, accompagnato dal capolista Michele Di Giglio, si è intrattenuto a lungo con un nutrito gruppo di simpatizzanti e di curiosi. “Scegliere Civati vuol dire scegliere chi vince – dichiara con entusiasmo – perché i pronostici politici degli ultimi anni non hanno mai azzeccato”. Dunque, il favorito Matteo Renzi, a sentir lui, non avrebbe già la vittoria in tasca, anzi. “La nostra è una squadra motivata  – aggiunge colui che promette di essere molto di più di un terzo incomodo tra il sindaco di Firenze e Gianni Cuperlo – Siamo tanti, ci crediamo e abbiamo una proposta radicalmente innovativa. Con noi il gruppo dirigente del Pd sarà rinnovato completamente e offriremo al Paese un messaggio di speranza. Basta con le solite facce, dopo vent’anni”.

Civati suona la carica: "Vinciamo noi. Ma senza legge elettorale Pd destinato al 15 per cento"
Alcuni dei presenti in sala durante l’intervento di Civati

Le stesse cose che diceva il rottamatore Renzi, parrebbe. “Ma lui le ha imbarcate tutte – attacca Civati – da Fassino a Franceschini, da Burlando a Boccia. Con noi la mossa sarà molto semplice: esce D’Alema ed entrano tutte figure nuove”. Poi, una battuta sulle schermaglie tra il governatore del Molise, il renziano Paolo Frattura, e l’intero gruppo dirigente molisano, schierato con Cuperlo: “Tra i due litiganti il terzo gode”. E una promessa: “Se vinco, vado dal ministro Cancellieri e le dico: ‘Lei va a casa. Sono stato l’unico a tenere la posizione in Parlamento, Cuperlo mi ha detto che dovevo vergognarmi ad aver presentato la ozione di sfiducia’”. Con un impegno che non si tanca mai di ripetere: “Il Porcellum va cambiato subito. Dopo, il Pd esca dal governo e restituisca la parola ai cittadini”.