Il magistrato, nel 1988, riuscì a risalire a due responsabili dell’eccidio di 22 innocenti e a farli condannare, sei anni dopo, all’ergastolo. La presentazione del volume, organizzata dal sindacato Siap e dall’associazione Anfp, è prevista per martedì 10 dicembre alle 17, presso l’auditorium dell’Itis

 

ISERNIA. Sarà presentato martedì prossimo alle 17, presso l’auditorium dell’Itis di Isernia, il libro ‘La strage di Caiazzo,13 ottobre 1943. La caccia ai criminali nazisti nel racconto del pubblico ministero’, realizzato dal procuratore capo della Repubblica di Isernia, Paolo Albano,  e dal giornalista Antimo Della Valle. L’evento, organizzato dal Sindacato italiano appartenenti polizia (Siap) e dall’Associazione nazionale funzionari polizia (Anfp) con il patrocinio della Provincia di Isernia, permetterà di far conoscere al pubblico il volume – con prefazione di Ferdinando Imposimato ed edito da Mursia – che nasce dall’incontro di un magistrato e di un giornalista e saggista accomunati dall’interesse gli avvenimenti della Seconda guerra mondiale, e soprattutto per le vicende legate alla strage nazista di Caiazzo, dimenticata per decenni dalla storia e dalla giustizia.  All’evento, insieme al procuratore Albano, prenderanno parte anche il professor Giuseppe Pardini, docente di Storia contemporanea presso l’Università del Molise  e le principali autorità civili e politiche, cittadine e regionali, oltre ai segretari generali nazionali del Siap, Giuseppe Tiani, e dell’Anfp, Lorena La Spina. Il dibattito sarà moderato dal giornalista paolo De Chiara. Il dottor Albano è stato il pubblico ministero nel procedimento a carico dei responsabili dell’eccidio, mentre Della Valle ha scritto sulla strage un saggio, che ricostruisce i fatti sotto il profilo storico e giudiziario. La sera del 13 ottobre 1943 sulle colline di Monte Carmignano presso Caiazzo, in Campania, alcuni soldati della Wehrmacht, comandati dal sottotenente Wolfgang Lehnigk Emden, trucidarono, senza traccia di provocazione, ventidue civili italiani, nella quasi totalità donne e bambini. La strage scomparve dalla memoria collettiva per quasi mezzo secolo, così come le altre centinaia di eccidi consumati dalla furia nazista nei confronti della popolazione civile italiana.  Nel 1988, a seguito di incredibili e fortuite circostanze, la procura di Santa Maria Capua Vetere riportò alla luce quella lontana strage ed aprì un procedimento penale per scoprirne movente ed autori, conclusosi nel 1994 con la condanna di due di essi all’ergastolo.