In esclusiva, tutti i numeri del Consiglio regionale del Molise. L’Ufficio di Presidenza – con delibera n°136 del 29 novembre 2013 – ha approvato il bilancio pluriennale 2014-2016: Palazzo Moffa costa ai contribuenti molisani, per solo dodici mesi, tra entrate e uscite, la bellezza di 8 milioni e 358 mila euro che, anziché diminuire, lievitano per i successivi due anni. Il governatore Frattura – in campagna elettorale per le primarie del Pd al fianco di Matteo Renzi – annuncia tagli e sforbiciate ai costi della politica, ma la nuova legge regionale che da agosto ha aumentato le indennità ai consiglieri regionali porta la sua firma e quella di Vincenzo Niro. Intanto, tra ripensamenti, annunci e piroette, in bilancio – per il 2014 – sono stati già previsti 2,8 milioni di euro (indennità e rimborsi spese dei consiglieri) e ben 727 mila euro per il famoso e ancora in vita fondo portaborse. Tra le spese, 18 mila euro per pagare viaggi e missioni agli eletti, 40 mila euro per conversazioni telefoniche, 150 mila euro per compensi e rimborsi consulenze, 55 mila euro per manutenzione e acquisto mobili e suppellettili e 1,5 milioni di euro per le spese di funzionamento dei gruppi consiliari.

CAMPOBASSO. ‘Isernianews’ ha sempre scritto e raccontato la verità: dai mancati tagli agli stipendi di presidente, assessori e consiglieri regionali – il governatore Frattura prometteva di dimezzarli – alla non abrogazione del fondo portaborse (soldi pubblici “impropriamente percepiti”, dallo stesso presidente ammesso), dalla moltiplicazione del finanziamento ai gruppi consiliari regionali ai clamorosi aumenti fino a 1600 euro netti in busta paga, dalle proteste popolari allo sdegno della pubblica opinione. Cinque mesi di verità, ma il presidente della Regione e la sua maggioranza di centrosinistra – anziché rimediare e dare segnali di sobrietà – hanno preferito fare spallucce e, addirittura, scaricare la responsabilità sulla stampa online, sui quotidiani regionali (non tutti) e sui cittadini indignati, “rei” – a loro dire – di fare populismo e demagogia, di disinformare, denigrare e fornire una “falsa rappresentazione della realtà storica”. Così, se fino a ieri Frattura parlava di ‘fondo portaborse’ da regolamentare (non da cancellare) e – negando gli aumenti in busta paga – di stipendi al di sotto dei parametri nazionali, oggi si accorge che i costi della politica vanno affrontati in maniera più organica. Sullo sfondo, la campagna elettorale delle primarie del Pd che lo vedono coinvolto in prima persona – come capolista – al fianco di Matteo Renzi. Era il 22 luglio 2013 quando ‘Isernianews’ scriveva Costi della politica, la magia dei tagli che diventano aumenti. Ecco tutte le indennità dei paperoni molisani; il 20 e 21 agosto 2013 lanciava due esclusive: Stipendi d’oro, il documento che inchioda il centrosinistra e Lievita il finanziamento pubblico ai gruppi consiliari; ancora, il 06 settembre confermava “Buste paga a confronto sbugiardano la casta: 1000 euro in più”, magicamente diventate 1600 con i cedolini di ottobre e novembre messi a confronto con quelli di luglio, prima dell’entrata in vigore del Decreto Monti a cui – vale la pena ricordarlo – la Regione Molise si è adeguata per ultima. Iniziano le manifestazioni di protesta dei cittadini, la stampa nazionale si occupa del Molise un giorno sì e l’altro pure, ma il presidente della Regione nega gli aumenti: “Non è vero, lo dimostrano i cedolini” dichiara felicemente a un quotidiano online, minimizza e conferma che i tagli ci sono stati. Il 1 ottobre, così, ‘Isernianews’ scriveva Costi politica, la protesta finisce e Frattura dà i numeri: “Spese tagliate”, ma non le sue. Addirittura, l’11 ottobre 2013, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale s’inventa la delibera n°115 con la quale affida al presidente Frattura il compito di porre in essere “ogni iniziativa ritenuta utile al fine di tutelare l’immagine e il decoro dell’Istituzione regionale” dalla “disinformazione che continua oggi anche sulla stampa on line” e “dalla persistente campagna denigratoria nei confronti dei singoli consiglieri”. Incredibile, ma tristemente vero. ‘Isernianews’ lo scriveva: “Idea bavaglio per la stampa nemica”, ma la delibera è ancora lì, i costi della politica pure.

Arriva Mediaset e “Le Iene” – per ben due volte – fanno esplodere lo ‘scandalo’ portaborse, proiettando in mondovisione le balbuzie, le fughe e le balle di quei consiglieri regionali imbarazzati come bimbi beccati con le mani nella marmellata: il governatore ammette che i soldi sono stati percepiti impropriamente e che vanno restituiti alle casse regionali. Il fondo, però, non viene cancellato ma regolamentato. In sostanza, la spesa rimane nonostante la pasionaria consigliera Nunzia Lattanzio voglia eliminarla: la sua proposta di legge non è mai stata discussa in Aula ed è stata bocciata in commissione con i voti favorevoli di Francesco Totaro, Cristiano Di Pietro e Salvatore Micone. Continuano le proteste, si moltiplicano gli inviti a cambiare passo e a dare segnali di sobrietà mentre le aziende falliscono, cresce la disoccupazione giovanile (al 50%) e le tasse regionali aumentano. Nulla. Poi, d’improvviso, la conversione. Si avvicinano le primarie del Partito Democratico, il governatore del Molise s’innamora di Renzi che durante un comizio a Bologna afferma di voler tagliare gli stipendi ai consiglieri regionali: “Basta, costano troppo”. Frattura che ne sa qualcosa sarà balzato dalla sedia. Così, si schiera al suo fianco come capolista in regione, scende in campo, inizia la campagna elettorale e finalmente – dopo cinque mesi – si accorge che “i costi della politica vanno affrontati in maniera più organica”: via al fondo portaborse, riduzione delle indennità, stop all’allargamento della giunta regionale, addirittura ritocco ai vitalizi (pure a quello di papà Fernando). Ad ora, solo annunci.

Intanto, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Molise ha già approvato, in prima stesura, il bilancio pluriennale 2014-2016 insieme a quello di previsione che “assegna” al capitolo 10 – stipendi e rimborsi per i consiglieri regionali – ben 2 milioni e 800 mila euro; il capitolo 12, invece, è dedicato al famigerato fondo portaborse per il quale sono previste spese per 727 mila euro. Alla faccia dell’abrogazione, insomma. Il presidente del Consiglio Niro ha un capitolo tutto suo: per le spese di rappresentanza previste uscite per 25 mila euro, che diventano 43 mila per le spese di patrocini e contributi vari a manifestazioni – si legge nel documento – di interesse regionale. Capitolo piuttosto magro, ‘soli’ 5 mila euro, quello dedicato alle spese postali e telegrafiche, così come per le spese di trasporto di mobili e suppellettili. Se invece gli inquilini di Palazzo Moffa volessero acquistarli o ripararli, previsti ben 55 mila euro. Spazio alle consulenze, inoltre: 150 mila euro per compensi e rimborsi. Ai capitoli 310 e 315 – dedicati alle spese di funzionamento dei gruppi regionali consiliari – ”assegnate” risorse per un totale di 1,5 milioni di euro. Giornali, riviste, addirittura pubblicazioni scientifiche e tecniche: il capitolo c’è. E’ il numero 100: previste spese per 12 mila euro. Solo per le forniture di energia elettrica, acqua e gas – poi – previste uscite per 418 mila euro. Ci sono ancora i fitti dei locali per le sedi provvisorie del Consiglio regionale (660.532 eur0) e le spese previste per la forniture delle divise agli autisti e agli addetti alle anticamere (3000 euro). Spese per straordinari, assicurazioni varie e per l’acquisto di pc e fotocopiatrici (90 mila euro). In totale, per il solo 2014, il Consiglio regionale del Molise prevede spese correnti per 8.358.269,38 euro. Di tagli e sforbiciate neanche l’odore. L’ufficio di Presidenza – sempre nella seduta del 29 novembre – con altra deliberazione, la numero 134, ha approvato le bozze di contratto “aventi ad oggetto servizi di assistenza allo svolgimento del mandato istituzionale dei consiglieri regionali”: in sostanza, ha preparato il carteggio relativo alle assunzioni dei portaborse. Sarebbero già tre, secondo indiscrezioni, i consiglieri regionali che ne hanno fatto richiesta: tra questi, Cristiano Di Pietro (Idv) che avrebbe indicato – come sua collaboratrice – Simona Contucci, anche lei consigliera ma della Provincia di Campobasso. Sui costi della politica, diciamo la verità, Frattura e il centrosinistra avevano promesso la rivoluzione in campagna elettorale: i tagli non ci sono stati, sono arrivati gli aumenti in busta paga e questa classe dirigente li ha negati per ben cinque mesi. In altre realtà qualcuno, almeno per salvare la faccia, avrebbe rassegnato le dimissioni e le opposizioni avrebbero alzato le barricate ma, ‘vagiti’ estemporanei a parte, questo mare di soldi – forse – sta bene anche a loro.
Palmira
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