La metamorfosi politica di Rialzati Molise: da affiliati di Iorio a stampelle di Frattura, con un piede in Forza Italia e uno nel centrosinistra molisano. Il consigliere regionale, cognato dell’europarlamentare del defunto Pdl: grazie all’effetto trascinamento del governatore, eletti anche Leva, Ruta e Venittelli. Ma il giovane deputato Dem lo rimette in riga, respingendo ogni ipoteca possibile sul suo partito: “Chi ha scelto Forza Italia è incompatibile con il centrosinistra molisano e dovrebbe mettersi fuori dalla maggioranza, non sbattere i pugni per un assessorato”
CAMPOBASSO. Erano a destra, sono a sinistra, restano anche a destra, ma sono il vero centrosinistra. Non uno scioglilingua, ma solo la realtà dei fatti: Rialzati Molise, precursore delle coalizione allargata in salsa molisana, rivendica la ‘santa alleanza’ con l’europarlamentare – Pdl prima e Forza Italia dopo – Aldo Patriciello; accusa l’onorevole Danilo Leva di pensare solo alla propria visibilità mediatica; addirittura, ritiene di aver esercitato un ruolo fondamentale – insieme a un fantomatico effetto trascinamento targato Paolo di Laura Frattura – per farlo eleggere in Parlamento insieme a Laura Venittelli e Roberto Ruta; infine, elogia il governatore per avere imbarcato in coalizione anche chi con il centrosinistra c’entra quanto il due di coppe con la briscola a spade. Parole che hanno provocato una pronta replica di Leva, che di fatto mette alla porta Cotugno e Rialzati Molise dalla maggioranza in Regione: “Nel Molise non abbiamo dato vita ad un governo delle larghe intese, ma ad un governo di centrosinistra e gli esponenti che hanno scelto di confluire in Forza Italia sono incompatibili con il centrosinistra”.
Ma andiamo con ordine. Il movimento del consigliere regionale Vincenzo Cotugno, cognato di Patriciello, da giorni continua a dare fiato alle trombe nella polemica con il Pd e, in particolare, con l’onorevole Leva. Dopo le Primarie, cui Rialzati Molise e gli uomini vicini all’eurodeputato venafrano di Forza Italia hanno partecipato senza nascondersi, c’è in gioco un assessorato in Regione: fuori Massimiliano Scarabeo – queste le indiscrezioni – dentro Cotugno. Ma bisogna convincere il governatore Paolo Frattura a osare tanto: di qui la guerra dei comunicati, nel tentativo di delegittimare il Pd dei cuperliani Leva e Scarabeo valorizzando i renziani dell’ultim’ora, vicini al forzista Patriciello.

Tanto per rinfrescare la memoria ai meno avvezzi con la politica di casa nostra, Patriciello prima del febbraio di quest’anno era tutt’uno con Michele Iorio, nel centrodestra. Poi, il salto della quaglia, con tanto di cognati (Cotugno e Mario Pietracupa) al seguito. La coalizione di centro-destra-sinistra vince le Regionali, Paolo Frattura diventa presidente. Tutti si aspetterebbero un successivo passaggio di Patriciello nelle file del Pd, perché no? Ma qualcosa va storto. Silvio Berlusconi pareggia le elezioni e di fatto congela la vittoria di Pierluigi Bersani, col risultato che l’europarlamentare molisano non si muove e resta nel Pdl. Ad aprile, le larghe intese: Pd e Pdl si uniscono al governo ed Enrico Letta diventa presidente del Consiglio. Patriciello continua a restare nel Pdl. In 7 mesi però, il quadro politico italiano si scombussola completamente. Il Pdl si spacca, nasce il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, Berlusconi riporta in vita Forza Italia. E Patriciello sceglie ancora Berlusconi, come un certo Michele Iorio, cui aveva ‘segato le gambe’ alle Regionali di febbraio con le ‘larghe intese’ pro Frattura. Forza Italia, però, dice no alle large intese di Letta e Alfano. Dunque, da poche settimane, passa all’opposizione. Patriciello compreso. Ma in Molise è un’altra storia: tutti insieme appassionatamente. Arriva l’8 dicembre, Renzi conquista la segreteria nazionale del Pd facendo eleggere in assemblea finanche Frattura. Un trionfo. Ma Danilo Leva, deputato e segretario regionale del Pd, lamenta Primarie inquinate da Patriciello e altri agenti esterni. Rinnegando, di fatto, un’alleanza sempre più scricchiolante in Regione, dove la tensione tra il Pd di Petraroia e Scarabeo da un lato e Frattura e Cotugno dall’altro si taglia con il coltello. Cotugno allora, assolutamente fuori del suo consueto stile moderato, imbraccia il fucile e comincia ad attaccare Leva un giorno sì e l’altro pure. Rivendicando meriti, veri o presunti, che sembrano quasi significare un paradosso: oggi, senza Patriciello, il centrosinistra in Molise non esisterebbe.

Queste le sue parole nella nota stampa di ieri: “Il circo mediatico-politico molisano – scrive Cotugno – ha bisogno di un bravo funambolo e l’onorevole Leva ha dato prova nell’ultimo anno di essere particolarmente versato in quest’arte difficile. Guai, dunque, se perdesse l’equilibrio. Dico questo perché camminare sulla fune tesa di una maggioranza disomogenea non era facile, ma durante la campagna elettorale del febbraio scorso Danilo Leva riuscì a non cadere nonostante i tanti colpi sferrati da Romano e da qualche suo vecchio compagno di partito. Mi riferisco, in particolare, alle accuse quotidiane di avere messo insieme un’accozzaglia di partiti e partitini (allora la vicinanza dell’onorevole Patriciello non ripugnava) per il solo fine di prendere il potere, di vincere le elezioni, di comandare. A queste accuse Leva rispondeva sempre con convinzione, difendeva la scelta del Pd di porsi a capo di una coalizione allargata al centro e magnificava la lungimiranza politica e l’onestà intellettuale di quanti dal centrodestra fuoriuscivano per sostenere Frattura. D’altronde – continua Cotugno – Leva ben sapeva che con le Regionali si celebravano le Politiche e sperava che l’effetto trascinamento di Frattura potesse giovare anche al risultato nazionale. E così fu, tant’è vero che il Pd ha portato in Parlamento ben due deputati e un senatore che, senza ‘quell’accozzaglia’, difficilmente sarebbero stati eletti. Poi, però, è successo qualcosa: Leva – da semplice peones – è stato chiamato a rivestire un importante incarico nella segreteria nazionale del partito e, nella qualità, è stato chiamato a spiegare le ragioni del Pd in varie trasmissioni televisive nazionali. Non era più un semplice ‘venditore di noccioline’, oramai era diventato uno di quelli che fanno ‘politica’. Ma ogni favola ha il suo mago cattivo e anche in quella del piccolo Danilo ce n’è uno: Matteo Renzi. Proprio ora, proprio quando era a tu per tu con Lilli Gruber, proprio adesso che stava per sedersi anche lui sulla poltrona di ‘Che tempo che fa’ per ricevere l’unzione di Santo Fazio, ecco che tutto crolla e il sogno svanisce: ecco di nuovo le terre brulle del Molise (che certo non sono i colli argentei di Roma). Ecco di nuovo i problemi di sempre (le manze, i polli, le barbabietole). Paolo Frattura ha vinto le Primarie e questo risultato non è frutto di condizionamenti o di macchinazioni mefistofeliche: citare il solito onorevole Patriciello o usare il termine ‘accozzaglia’ in tono spregiativo perché non si sa come giustificare la propria sconfitta è fin troppo comodo”.
A dire il vero, le Primarie le ha vinte Matteo Renzi. Frattura e Cotugno, nel rinsaldato asse pro assessorato, dovrebbero piuttosto interrogarsi sul perché in Molise siano andate a votare solo 12mila persone, stavolta, rispetto alle Regionali di febbraio, quando per il Pd alle urne si recarono in oltre 24mila; oppure rispetto alle Primarie del 2012, quando invece furono circa 20mila.

Ma Cotugno, nel suo comunicato stampa, prosegue nell’incensare il governatore e dei numeri poco gli importa: “Frattura ha vinto le primarie, come ha vinto nel febbraio scorso le regionali, perché – da politico – ha capito che in questa regione la sinistra da sola non potrà mai ottenere la maggioranza se non si apre al centro, aggregando quelle forze sane di area moderata che non inseguono la banalità del potere, ma credono nella capacità delle istituzioni di cambiare le cose. Sulla base di questo progetto politico abbiamo costruito (con gli amici di Sel, Idv, Udeur e Pd) un governo che, giorno dopo giorno, cerca di risolvere i tanti problemi che attanagliano la nostra terra e fanno soffrire la nostra gente. Se il nostro impegno e il nostro lavoro sia un ‘vendere noccioline’ – conclude l’esponente di Rialzati Molise – lo giudicheranno i molisani”.
Stamani la replica di Leva: “Rammento al consigliere Vincenzo Cotugno – spiega il deputato – che negli ultimi tempi si è mostrato particolarmente attento alle dinamiche interne al Pd, che esiste una grande differenza tra gli accordi di coalizione, come quelli siglati in occasione degli appuntamenti elettorali anche con il movimento ‘Rialzati Molise’, e l’interferenza di altri partiti o di altre forze politiche nella scelta del segretario di un singolo partito.
Peraltro, alla luce della libera decisione dell’eurodeputato Aldo Patriciello – di cui com’è noto Cotugno è espressione – di aderire a Forza Italia e quindi di porsi all’opposizione del Governo Letta e del Partito democratico, ritengo che egli avrebbe dovuto collocarsi, a sua volta, all’opposizione di questo governo regionale, quindi fuori dalla maggioranza e non sbattere i pugni per ottenere – anche questo è noto – un posto in Giunta. Nel Molise, voglio ricordare, non abbiamo dato vita ad un governo delle larghe intese ma ad un governo di centrosinistra e gli esponenti che hanno scelto di confluire in Forza Italia sono incompatibili con il centrosinistra”.
Fine della corsa in tandem. E nuove alleanze cercansi. In tutto questo, l’arbitro dovrebbe essere il piddino Paolo Frattura. Cosa farà? Sceglierà di proseguire la sua corsa in Regione con i ‘renziani’ Cotugno e Patriciello, rinnegando il suo partito d’appartenenza, sacrificando Scarabeo e premiando il consigliere regionale di Rialzati Molise, primo per preferenze in Regione, con l’agognato assessorato? Proverà ad andare avanti con l’attuale maggioranza, ammesso che ne sia capace? Darà retta a Leva e proverà a far capire a Cotugno che Renzi e Forza Italia, almeno in teoria, sono come il diavolo e l’acqua santa e insieme non possono stare? O si affiderà alla divina provvidenza, confidando magari che Babbo Natale gli porti in regalo un viaggio di sola andata per il Parlamento in quota Renzi, se il sindaco di Firenze farà saltare il governo Letta-Alfano-Napolitano? Più di qualche segnale ci fa pensare che i molisani tutti tiferanno per l’ipotesi Santa Claus.In quel caso, il vero regalo lo riceverebbero loro.
Pasquale Bartolomeo