Forse già il il 20 dicembre l’ufficializzazione da parte di quei movimenti e partiti pronti a coinvolgere i cittadini per la scelta del nuovo candidato sindaco
CAMPOBASSO. Ormai il dado è tratto. L’appuntamento elettorale più importante per la città Capoluogo si avvicina e mentre il centrosinistra, alla luce della netta vittoria di Renzi, ridisegna velocemente i suoi equilibri e si prepara ad affrontare l’appuntamento mobilitando come al solito militanti e simpatizzanti, il centrodestra (ormai figlio della nota scissione tra FI e NCD) si prepara a quella che può essere senza ombra di dubbio definita una rivoluzione. Parliamo ovviamente di primarie, ormai un tormentone che nell’altra metà del cielo politico campobassano sta per diventare (anche alla luce delle significative aperture giunte sabato scorso dal commissario di Forza Italia Sarro) realtà e sta mettendo tutti d’accordo, anche esponenti politici storicamente distanti. Perché solo le primarie, oggi, possono rilanciare e legittimare una politica devastata dalla crisi economica, dalle proteste e soprattutto dalla sfiducia dei cittadini. Cittadini che adesso vanno coinvolti e che hanno il diritto e il dovere di partecipare alla rifondazione di una coalizione che dopo le ultime elezioni regionali ha voglia di ripartire con modelli e uomini nuovi. Il tempo stringe, la primavera non è poi così lontana ma partiti e movimenti, stando alle ultime indiscrezioni, sono già pronti ad organizzare nel dettaglio un evento che servirà ad eleggere democraticamente colui (o colei) che avrà l’onore e l’onere di correre per Palazzo San Giorgio. E l’ufficializzazione, stando alle solite voci di corridoio, dovrebbe arrivare il prossimo 20 dicembre in occasione di una convention organizzata proprio a Campobasso. Le primarie, al di là della solita e facile retorica, hanno un grande e innegabile merito: rappresentano il miglior antidoto a quell’antipolitica che oggi vuole essere una valida alternativa alla cattiva politica ma che in realtà non presenta nessuna soluzione credibile ai grandi problemi della comunità. Quindi non c’è scampo, tutti coloro che ambiscono a guidare la città dovranno per forza di cose superare l’esame democratico delle primarie. Perché il populismo è una cosa, mentre il popolo è tutta un’altra storia.



