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Cotugno resta in Consiglio regionale, respinto il ricorso di Tedeschi

Ma il tribunale  invia gli atti in procura per la sparizione del documento originale con il quale l’esponente di Rialzati Molise aveva rassegnato le dimissioni da Finmolise Sviluppo e Servizi

 

CAMPOBASSO. Vincenzo Cotugno resta in Consiglio regionale. E’ stata resa nota stamani la decisione del collegio giudicante del tribunale di Campobasso (Vincenzo Di Giacomo presidente, Stefano Calabria relatore e Margherita Cardona Albini) sul ricorso presentato da Antonio Tedeschi, primo dei non eletti in provincia di Isernia nelle file di Rialzati Molise, contro la presunta incompatibilità del consigliere regionale Vincenzo Cotugno. Tedeschi, assistito dai legali Giacomo Papa e Francesco Del Basso, nel ricorso sosteneva che Cotugno non avrebbe ottemperato alle dimissioni da presidente della società partecipata Finmolise Sviluppo e servizi secondo le procedure previste dalla legge. Nulla da fare, dunque, per Tedeschi, che tuttavia annuncia una conferenza stampa nella quale spiegherà le sue ragioni “ai molisani, che hanno il diritto di sapere. Sono allibito da questa sentenza, mi aspettavo un esito completamente opposto. Ma andrò avanti nelle sede opportune”.

Antonio Tedeschi

Vittoria, dunque, per il consigliere delegato alla Programmazione, cognato dell’eurodeputato Aldo Patriciello, e per il suo legale Salvatore Di Pardo. La vicenda avrà un’ulteriore coda giudiziaria: i giudici di Campobasso hanno infatti disposto anche l’invio degli atti in procura per chiarire un giallo irrisolto, quello della sparizione del documento originale con il quale Cotugno rassegnò le sue dimissioni. La ‘sparizione’ dell’importante documento aveva provocato grande stupore tra i legali delle parti in causa: Del Basso aveva annunciato di riservarsi ogni azione penale, poiché la produzione documentale del suo assistito risultava diversa da quella depositata da Cotugno ma, in mancanza dell’originale delle dimissioni, sarebbe riuscito difficile fare gli opportuni confronti. Mentre Di Pardo aveva affermato che tale sparizione poteva danneggiare soprattutto il suo cliente: tuttavia, la regolarità delle dimissioni di Cotugno era dimostrabile, a suo giudizio, attraverso l’invio in copia a mezzo posta elettronica certificata. Una tesi, quest’ultima, sposata dal collegio giudicante, che tuttavia, quale atto dovuto, ha chiesto alla procura di indagare. “Chi aveva interesse a far sparire il documento – ha chiosato Di Pardo – ha fatto un lavoro inutile. Sono soddisfatto, non avevo dubbi: il tribunale si è dimostrato attento e molto competente in materia elettorale, e non ha potuto far altro che prendere atto dell’evidenza, cioè dell’infondatezza del ricorso”.

 

 

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