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Editoria, in tre anni quasi dimezzati i posti di lavoro

L’indagine e le proposte dell’Assostampa del Molise sul mercato del lavoro regionale dopo il crollo del mercato pubblicitario e delle vendite. La metà dei giornalisti attivi è in nero o irregolare

 

CAMPOBASSO. Riduttivo definire crisi la catastrofe che si è abbattuta sull’editoria molisana negli ultimi tre anni, provocando la perdita del 45% degli occupati e l’aumento esponenziale del lavoro nero o irregolare. Numeri crudi e impietosi, quelli rilevati dall’Associazione della stampa del Molise in una indagine durata alcuni mesi. Il calo delle vendite dei quotidiani in edicola (oltre 2.000 copie negli ultimi tre anni) e il crollo verticale del mercato pubblicitario (-60%), causato soprattutto alla scomparsa dei big spender pubblici e privati, hanno sconvolto il comparto locale, già afflitto da debolezze strutturali storiche.

Ad aprire la stagione delle chiusure, nel 2010, il gruppo Ciociaria Oggi, con i suoi 22 giornalisti. Poi la crisi di altre testate e i tagli consistenti in tutte le redazioni e negli uffici stampa pubblici, per un totale di 46 unità espulse dal circuito produttivo e con la prospettiva concreta di  non rientrarvi più. Per chi perde il contratto la strada segnata è quella del passaggio nel limbo del welfare Inpgi (24 mesi al 60% dello stipendio), per poi restare disoccupato o accettare collaborazioni in nero o sottopagate. Di meglio il mercato regionale non offre, se si considera che, nello stesso periodo, sono stati solo 7 i giornalisti assunti con un regolare contratto di lavoro. L’Assostampa Molise ha rilevato che, ad oggi, (fuori dal perimetro Rai) operano 61 giornalisti regolarmente (Fieg-Fnsi o Fnsi-Aeranti Corallo) assunti nelle testate e negli uffici stampa. Numeri ancora più risicati se si considera che gran parte ha contratti part time, e solo 30 unità possono dirsi a tempo pieno, nonostante sul mercato operino poco meno di venti testate tra Tv, web, carta stampata. Ma la crisi probabilmente non ha ancora raggiunto l’apice, perché nuove sorprese potrebbero profilarsi  dalla cassa integrazione in deroga, che nel 2012 ha interessato 14  giornalisti.

Le condizioni di lavoro nelle redazioni molisane sono uniche nel panorama nazionale: per ogni giornalista contrattualizzato c’è almeno un lavoratore in nero con posizione irregolare, con punte elevatissime in alcune testate, dove non esiste alcun contratto di lavoro di categoria. Uno stato di fatto che l’Assostampa ha rilevato per la prima volta e che persiste nonostante le sostanziose provvidenze regionali introdotte quattro anni fa a favore della carta stampata con la legge 28/2009.

 Negli ultimi tre anni sono stati erogati 1,2 mln di euro di finanziamenti pubblici a cinque testate (carta stampata e non televisioni, ndr), che hanno avuto il solo onere di dichiarare le copie stampate e l’anzianità di pubblicazione. Il numero dei lettori e la regolarizzazione dei lavoratori, ad esempio, sono ‘dettagli’ che il legislatore ha ritenuto di non dovere tenere in considerazione, nonostante le ripetute sollecitazioni dell’Asm. Così si è dato vita a qualcosa di molto simile ad un bancomat, che non ha prodotto alcun beneficio sull’occupazione, paradossalmente  diminuita proprio con l’avvento degli aiuti regionali. In gran parte delle testate beneficiarie, infatti, i contratti di lavoro restano un miraggio, mentre, dove vi erano giornalisti assunti, il downsizing ha colpito fortemente le redazioni facendo scendere a 7 i regolarizzati, a fronte dei 12 in servizio prima della legge. Superfluo affermare che il provvedimento, purtroppo ancora in vigore, determina distorsioni della concorrenza e del mercato, oltre a favorire e incentivare l’illegalità.

Tentare di arginare la deriva del comparto, che ha rilevanza e importanza sociale, è un dovere e una necessità. Urge un intervento pubblico mirato, un diverso approccio organizzativo e imprenditoriale delle imprese e una assunzione di responsabilità degli attori principali: i giornalisti. Creare occasioni di lavoro per tutti o anche per gran parte dei 650 iscritti all’Ordine del Molise è impensabile, mentre è possibile tornare ai livelli pre-crisi, strutturare meglio le testate e aumentare complessivamente la qualità del prodotto professionalizzando la filiera.

Tre, sostanzialmente, sono le misure possibili da mettere in campo, partendo dagli sgravi offerti dall’Istituto di previdenza per le nuove assunzioni:

1) Una nuova legge di sistema che preveda aiuti automatici, ma selettivi per l’occupazione: reddito garantito significa anche maggiore professionalità. L’Asm si aspetta che nel giro di qualche settimana la nuova proposta approdi in Consiglio regionale. In più, la Regione è nelle condizioni di mettere in campo iniziative di comunicazione istituzionale, soprattutto quelle legate ai programmi Ue, per sostenere il mercato pubblicitario.

 

2) Più uffici stampa nella P.A., magari anche consorziati, per aumentare la trasparenza degli enti e informare puntualmente i cittadini.

 

3) Inaugurare un ciclo virtuoso sostituendo la precarietà e l’estemporaneità degli assetti societari delle imprese editoriali con dirigenti in grado di ideare un progetto, individuare i mercati di riferimento e cogliere le sfide dell’Information and communication technology (Ict).

                

 

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