Sergio Rizzo: finanziamenti a una società di Paolo Frattura dovevano essere restituiti, ma nel fare le verifiche la polizia avrebbe ‘disobbedito’ agli ordini del pubblico ministero
CAMPOBASSO. Il questore di Campobasso, Gian Carlo Pozzo, indagato per i reati di abuso di ufficio e di favoreggiamento personale nei confronti del presidente della Regione Molise, Paolo Frattura. Lo rivela Sergio Rizzo, punta di diamante del ‘Corriere della Sera‘ e autore del best selle ‘La Casta’ insieme al collega Gian Antonio Stella, in un articolo pubblicato sull’edizione di stamani. Lo scoop si riferisce a un’inchiesta aperta dal pubblico ministero Fabio Papa, che – come scrive Rizzo – ha mandato una lettera “al procuratore generale, al capo della sua procura e a tutti i colleghi dell’ufficio, spiegando in quelle due pagine le ragioni per cui ha ritenuto di dover iscrivere nel registro degli indagati nientemeno che il questore di Campobasso”. I fatti contestati riguardano l’arcinota vicenda della Biocom, società fino al 2011 di proprietà del governatore Frattura, finanziata nel 2008 dall’allora governatore di centrodestra Michele Iorio con 265mila euro per un progetto di realizzazione di un impianto di biomasse a Termoli.
“L’operazione si complica – continua l’articolo del ‘Corriere’ – il tempo passa e i permessi non arrivano. Finché, invece, arriva la revoca del finanziamento. Frattura risponde con un ricorso al Tar. E nell’estate del 2011 si apre un conflitto delicatissimo. Il proprietario nonché presidente dell’impresa cui la Regione ha chiesto indietro i contributi versati per un progetto ormai sfumato, che ormai ha mollato il partito di Iorio per passare con il Pd (ora tifa Matteo Renzi), sta infatti preparando la propria candidatura da governatore regionale per il centrosinistra. Fatto sta – – ancora Rizzo – che tre mesi prima delle elezioni il Tar Molise presieduto da Goffredo Zaccardi e attuale capo di gabinetto del ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, sospende la revoca facendo propria la motivazione di Frattura, secondo cui la restituzione immediata dei contributi farebbe fallire la società. Che poche settimane più tardi, nonostante ciò, viene messa ugualmente in liquidazione volontaria. Questo non impedisce altre due sospensive e una sentenza successiva che accoglie in parte il ricorso, bloccando il provvedimento di revoca”.
Si giunge così ad ottobre 2011, Frattura si candida alla presidenza della Regione Molise e viene sconfitto da Iorio.Presenta ricorso, il Tar di Zaccardi annulla il voto e, nonostante l’appello al Consiglio di Stato da parte del centrodestra, si torna alle urne nel febbraio dell’anno scorso. Stavolta, com’è noto, Frattura vince. E una settimana dopo, spiega ancora l’autorevole firma del ‘Corsera’ “si libera del pacchetto azionario della Bio. Com, cedendolo a Vittorio Del Cioppo, candidato dipietrista alle regionali, non eletto. Giusto in tempo per evitare formalmente un altro micidiale conflitto d’interessi. Perché il 26 marzo 2013 la Regione da lui presieduta ricorre in secondo grado contro la sentenza del Tar che ha stoppato la revoca di quel vecchio finanziamento concesso alla sua «ex» società. Peccato soltanto che l’Avvocatura dello Stato, cui è stata affidata la difesa, non presenti la rituale richiesta di sospensiva. La causa rimane quindi a bagnomaria nei cassetti del Consiglio di Stato per ben nove mesi, tanto che gli ultimi adempimenti processuali relativi al ricorso portano la data 19 dicembre scorso. Di conseguenza la revoca si impantana in modo imbarazzante”. Partono così degli esposti, si apre un’indagine che viene affidata alla Mobile di Campobasso, che a giugno del 2013 si conclude con l’esclusione, da parte degli investigatori, di rilievi di natura penale.
Ma la cosa non finisce lì, le denunce continuano e l’inchiesta riparte, con il sostituto procuratore della Repubblica Fabio Papa che dà l’incarico alla Digos. Tuttavia il questore, spiega Rizzo “decide diversamente, e passa invece la palla di nuovo alla Squadra Mobile che aveva concluso la precedente indagine chiedendo l’archiviazione. Papa va su tutte le furie e scoppia un caso senza precedenti, con risvolti istituzionali pesanti come macigni”. Questo il suo resoconto nella lettera inviata, come detto, al procuratore generale, al capo della sua procura e a tutti i colleghi dell’ufficio: “Alla richiesta di spiegazioni – riporta il Corriere della Sera – seguiva carteggio tra lo scrivente (Papa, ndr) e il questore Pozzo, che risultava l’autore dell’inopinato, sorprendente e indebito intervento su una delega dell’autorità giudiziaria, il quale forniva poi giustificazioni da valutare e comunque decisamente confutabili e già confutate… A seguito di tali evenienze procedevo a iscrivere, in ossequio al principio dell’obbligatorietà (…) un procedimento per i reati di abuso di ufficio e di favoreggiamento personale, ora a Mod. 21 (il registro degli indagati, ndr ), nei confronti del questore…» Papa non manca di ricordare il dettaglio della precedente inchiesta condotta a suo parere «abbastanza sbrigativamente dalla Squadra Mobile», e «conclusa con la proposta di archiviazione per ritenuta irrilevanza penale dei fatti». Circostanza, sottolinea il sostituto procuratore, «che in ogni caso sconsigliava l’effettuazione dell’indagine, in realtà mai effettuata propriamente (non risultavano neanche acquisiti gli atti utili) nuovamente alla stessa Squadra Mobile, come invece voluto dal questore, che non risulta avere alcun potere di intervenire a modificare provvedimenti dell’autorità giudiziaria». La lettera si conclude con la richiesta al procuratore capo di acquisire una serie di atti, fra cui l’esposto dell’ex governatore Iorio che aveva anche denunciato pubblicamente a proposito di un’inchiesta giudiziaria che lo riguarda, «un presunto conflitto d’interesse fra la questura e il presidente Di Laura Frattura…»”.
Com’è noto, sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare anche il senatore Ulisse Di Giacomo,”che punta il dito – conclude Rizzo nel suo articolo ‘bomba’ – su una parentela ai massimi livelli istituzionali. Una interrogazione dove racconta che nella questura di Campobasso «lavora e opera in posizione di assoluto rilievo, sembra con la qualifica di capo di gabinetto e vice questore vicario, la dottoressa Giuliana Frattura, che risulta essere la sorella dell’attuale presidente della Regione Molise Paolo Frattura»”.




