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Eca, il Comune precisa: “Addizionale riscossa legittimamente”. Ma Iacovone: abrogata dal 2009

Da Palazzo San Francesco intendono mettere a tacere le polemiche sorte  attorno alle presunte irregolarità sull’imposta relativa ai rifiuti. E spiegano: “Continueremo ad applicare la Tarsu in modo da non praticare alcun aumento”. L’ex sindaco di Castelverrino: “Dal 1 gennaio 2013 sono soppressi tutti i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza”

 

ISERNIA. Vuole fare chiarezza sul caso ex Eca, il Comune di Isernia. A scagliarsi contro l’addizionale della Tarsu, che a suo parere non dovrebbe essere presente in bolletta, è stato, nei giorni scorsi, l’ex sindaco di Castelverrino Albino Iacovone, residente a Isernia e, dunque, destinatario dell’imposta comunale. In una lettera indirizzata al sindaco Luigi Brasiello e ripresa da alcuni organi di informazione locali, lo stesso Iacovone ha ritenuto necessario chiedere spiegazioni circa la legittimità di questa addizionale. “Eca – ha spiegato Iacovone – è la sigla degli ex ‘enti comunali di assistenza’, istituiti con la legge n. 837 del 3 giugno 1937 in sostituzioni delle preesistenti “Congregazioni di carità”. Gli Enti Eca sono stati soppressi di fatto già nel 1978, con il passaggio delle funzioni sanitarie alle Regioni. L’addizionale (nella misura del 2 per cento sui tributi erariali) è stata istituita con il Regio decreto 2145 del 30 novembre 1937, convertito con la legge 614 del 1938, e spettava inizialmente agli enti Eca. Dopo la loro soppressione, l’addizionale – nel frattempo elevata sino al 10 per cento – è stata devoluta dalla legge n.549 del 28 dicembre 1995 ai Comuni,che potevano riscuoterla sul prelievo della tassa rifiuti. Il Regio decreto – ancora Iacovone – consentiva il prelievo sui tributi riscossi tramite concessionario e ruolo, e in questi termini hanno continuato le disposizioni che nel tempo si sono succedute. Con il Decreto legislativo n. 446 del 1997, il legislatore ha attribuito agli enti locali una specifica potestà regolamentare in materia di accertamento e di riscossione dei tributi locali e delle altre entrate proprie, introducendo la formula della riscossione diretta, che consente agli enti di procedere in autonomia senza l’intervento del concessionario. Ora, stabilito che l’ addizionale era consentita riscuoterla tramite il concessionario (ex Esattorie) e il ruolo (titolo esecutivo), la domanda è se l’addizionale Eca sia dovuta anche per quei Comuni che hanno optato per la riscossione diretta e che trova, comunque, previsione nel regolamento in materia di accertamento e di riscossione dei tributi locali (come il caso di Isernia)”. Secondo Iacovone “La cosa strana è che l’ amministrazione comunale di Isernia, dopo aver fatto pagare due rate di Tares 2013, decide di tornare alla Tarsu per far pagare di meno i contribuenti! Con la Tares, è sicuro, non si pagava l’ addizionale Eca; con la Tarsu 2013, invece, si paga comunque la maggiorazione dell’ 0,30 a mq e in più quel 10 per cento di addizionale Eca. Ciò posto, ripeto, l’addizionale ex Eca è stata abrogata, il Comune gestisce direttamente il servizio e non emette più ruolo per il concessionario e quindi, credo, la soluzione definitiva sia una sola: fare un provvedimento in autotutela con compensazione con altri tributi comunali per quei contribuenti che hanno già pagato, invitando -con avviso pubblico – quelli che non ancora pagano il saldo di defalcare dal modello F24 l’ importo relativo all’ addizionale ex Eca”.

 

Ecco la risposta del Comune: “In riferimento alle notizie riportate da alcuni organi d’informazione e riguardanti l’addizionale ex Eca – si legge nella nota stampa di Palazzo San Francesco – il Comune di Isernia precisa che, nel 2013, s’è deciso di non applicare la Tares e di continuare ad applicare la previgente Tarsu, ciò allo scopo di confermare, senza nessun au­mento, le tariffe comunali dell’anno 2012”. Stando a quanto si apprende dal comunicato, l’amministrazione, in questo modo, ha evitato un notevole aumento della pressione fiscale, soprattutto per le attività economiche. L’applicazione della Tares, infatti, avrebbe provocato un aumento del 216 per cento rispetto alla Tarsu per quanto riguarda i bar, le pasticcerie, la ristorazione, l’ortofrutta ecc. A tal proposito, viene precisato, inoltre, che la vigenza nel 2013 della Tarsu ha comportato l’applicazione di tutti i correlati prelievi, tra cui, dunque, anche il tributo provinciale e l’addizionale ex Eca. “Quest’ultima – spiegano da Palazzo San Francesco – in particolare, è prevista nel regolamento comunale della Tarsu, riscossa legittimamente, fin dall’anno 2007, con lista di carico e non più con ruolo e destinata esclusivamente alla copertura integrale dei costi del servizio smaltimento rifiuti”.

 

Ma la replica non ha affatto convinto il combattivo ex sindaco di Castelverrino: “L’addizionale è stata abrogata dal 16 dicembre 2009; il regolamento comunale sulla Tarsu, adottato con delibera di Consiglio n.24 del 13 maggio 2008, all’articolo 51 prevede il rinvio a norme statali e regionali come normativa sopraordinata, modificando ogni riferimento a disposizioni di fonte secondaria (com’è appunto il regolamento). In base a ciò, sono sempre più convinto che dall’anno di imposta 2010, 2011, 2012 e 2013 (e qui a prescindere se sia Tarsu o Tares) l’ addizionale ex Eca del 10 per cento non esiste più!. Ad abundantiam tale abrogazione si rinviene anche nel comma 46 dell’articolo 14 del Decreto legge 201/2011, nel senso che a decorrere dal 1 gennaio 2013 sono soppressi tutti i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza”.

mikeante

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